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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Economia

L'Upa compie 70 anni, presidente Boschetto: "Associazione democratica e trasparente"

In occasione del compleanno dell'associazione, le parole del suo numero uno che ha ricordato la nascita dell'unione e i suoi valori fondanti: il lavoro, la creatività, la responsabilità

L'Upa compie settant'anni: l'Unione provinciale degli artigiani, infatti, nasceva il 19 gennaio del 1946 quando un gruppo di artigiani decisero di riunirsi in maniera organizzata. Oggi l'associazione è un punto di riferimento per i lavoratori di Padova e provincia. A fare gli auguri all'associazione, il suo presidente Roberto Boschetto.

LA STORIA. In un messaggio ha parlato della nascita dell'unione e dei suoi valori fondanti: "Quando in quel lontano 1946, proprio il 19 gennaio, un gruppo di artigiani decisero, anche a Padova, di mettersi insieme in maniera organizzata, dando vita all’Unione, lo scenario in cui tutto ciò si collocava era indubbiamente diverso da quello che si presenta oggi. Le contingenze nazionali erano pesantemente determinate dall’uscita recente da una guerra devastante. Il Paese stava cercando di raccogliersi, di ricapitolarsi, di darsi delle opportunità che garantissero il futuro. Anche la democrazia repubblicana iniziava il suo cammino. In tale processo, in questa realtà, gli artigiani e i piccoli imprenditori hanno avuto un ruolo decisivo, soprattutto in terra veneta e a Padova. Chi ripercorre le vicende economiche della nostra gente non può fare altro che constatare il significato e il valore profondo che la piccola impresa e l’artigianato hanno avuto nel procedere dello sviluppo locale. Un ruolo centrale svolto all’insegna di alcune caratterizzazioni chiare e fondanti: il lavoro, la creatività e la responsabilità nell’essere imprenditori, ma anche soggetti popolari, corpo sociale. Il lavoro, cioè la disponibilità alla fatica, all’impegno; la creatività, vale a dire la capacità e la volontà di mantenere competenze e qualità nella competizione; la responsabilità, come presenza e riferimento attivo in azienda e in comunità".

IL MOMENTO ATTUALE. Il presidente ha sottolineato le problematiche attuali, punto di partenza per il futuro: "L’Unione Provinciale Artigiani di Padova ha cercato, in questi settant’anni, di coniugare ed esaltare tante potenzialità e molti vissuti artigiani, svolgendo un compito di tutela, certamente, ma soprattutto di rappresentanza. Le certezze di un passato significativo, la ricchezza di settant’anni di storia, il vissuto condiviso di tanti uomini e donne, sono un patrimonio e una ricchezza, che ci regalano il diritto di beneficiarne, ma anche il dovere di non tradire. E’ vero: questi sono tempi di grande incertezza, economica, sociale, politica; nessuno, neppure noi dell’Unione, può avere tutto chiaro e definito nella prefigurazione del futuro. Ma, proprio la fedeltà alla nostra vicenda associativa, impone di avere alcune idee chiare, di porre alcuni punti fermi, dai quali (ri)partire, in osservanza a una continuità che non vuole certo essere conservazione. Non sono affermazioni al ribasso, quanto il frutto di una sofferta ricerca di quell’essenziale, che ci consenta ora, “alla venerabile età di settant’anni”, di rischiare, di osare, di cercare nuove strade, limitando il rischio di incidenti e malaugurate avventure".

PUNTI FONDANTI. Come agire dunque? "Il primo punto è quasi scontato: siamo e continueremo ad essere una associazione di categoria di piccoli imprenditori, di artigiani. Con molte anime, con diverse posizioni, con caratterizzazioni variegate; quello che ci unisce è la comune appartenenza non soltanto ad un’area professionale ma ad una modalità di intendere il lavoro. Siamo gente che radica il proprio essere (per usare una metafora) “nella mani”, ben sapendo che tale operare può essere importante e significativo soltanto se guidato dalla testa. Il saper usare le mani per noi è una ricchezza, non un limite qualitativo. Diciamo pure che è una virtù, alla quale non siamo disposti a rinunciare. Seconda idea fondante: siamo e continueremo ad essere un’associazione di categoria con un forte e decisivo radicamento nella società, nelle nostre comunità. Le motivazioni di tale scelta sono nella nostra storia; le urgenze di questa opzione sono invece nel momento che stiamo vivendo. Talora la nostra società appare orfana, priva di chi sia disponibile a farsene carico; un atteggiamento di deresponsabilizzazione, di egoismo sociale: persone e gruppi che pensano soltanto a se stessi, al proprio interesse. Come Unione siamo e vogliamo essere anche in futuro da un’altra parte: sul versante di coloro che si assumono la società come oggetto di responsabilità. In questo, i nostri riferimenti restano le persone e le famiglie. Siamo certamente uomini d’impresa e poniamo la salute e l’efficienza delle nostre aziende al primo posto dell’operare e dell’agire; siamo sul mercato e con le sue regole e dinamiche ci confrontiamo quotidianamente; ma deve essere chiaro che il nostro interlocutore decisivo non è il mercato, ma la “persona”, gli uomini, le donne, le famiglie. Infine siamo e vogliamo continuare ad essere un luogo democratico, trasparente, educativo. L’associazione è una grande scuola di Politica e in questi decenni l’Unione ha assolto un compito decisivo e fondamentale nell’educare tanti cittadini al senso civico, a una corretta pratica dell’agire".

FUTURO. In conclusione sottolinea: "Ricordiamo questi settant’anni, guardando grati a quanti hanno lavorato per rendere possibile un’esperienza come quella dell’Unione, che riteniamo storicamente significativa. Guardiamo avanti, orgogliosi della nostra storia, non soltanto con speranza, ma con una forte e decisiva assunzione di responsabilità verso il mondo artigiano e verso la società: il solo gesto che ci può garantire un futuro di coerenza con quello che siamo stati e con quello che ci ripromettiamo di essere".

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