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Economia

Abusivismo immobiliare, si rischia il carcere. Ascom: "Speriamo si riduca il fenomeno"

Dal 15 febbraio per gli agenti immobiliari che ricorrono a personale abusivo le sanzioni si inaspriscono e diventano penali. Dell'Uomo: "La legge è buona, ma serve la volontà politica"

Il rischio, a questo punto, è quello di finire davvero in galera e dall'Ascom di Padova si augurano che le nuove sanzioni permettano di ridurre sensibilmente un fenomeno tristemente diffuso.

Le novità

“É il rischio - commenta Silvia Dell’Uomo, vicepresidente dell’Ascom Confcommercio di Padova e vicepresidente degli agenti immobiliari della Fimaa Ascom padovana - che corrono quegli agenti immobiliari che dovessero servirsi di personale abusivo nell’ambito della loro attività, visto che per questo tipo di reato sono ora previsti da uno a cinque anni di reclusione e una multa da 15mila a 75mila euro”. Una pena addirittura più pesante rispetto agli abusivi “semplici”, per i quali il nuovo testo dispone la reclusione da sei mesi a tre anni e la multa da 10mila a 50mila euro, con varie sanzioni accessorie quali pubblicazione della sentenza, confisca, trasmissione della sentenza agli ordini e registri competenti, oltre alle già citate pene più gravi per chi determini altri a commettere il reato o ne abbia diretto l’attività.

La legge Lorenzin

“Dallo scorso 15 febbraio - continua Dell’Uomo - questo è il quadro normativo stabilito dal testo della legge 11 gennaio 2018 n. 3. Si tratta della cosiddetta legge Lorenzin, promulgata in chiusura di legislatura, peraltro dopo un lunghissimo iter parlamentare durato ben 1.400 giorni, durante i quali Fimaa Confcommercio non ha mai fatto mancare il proprio sostegno e interesse”. La legge Lorenzin, partendo dalla riforma degli ordini professionali della sanità, contiene norme volte a contrastare qualsiasi forma di abusivismo ad ampio raggio, anche esplicitamente riferite all’attività di agente immobiliare.

Sanzioni più pesanti

L'esercizio abusivo era già un reato, ma prevedeva una sanzione amministrativa (stabilita a decorrere dal 1° gennaio 2007 in un importo tra 7.500 e 15mila euro), oltre all’obbligo di dover restituire le provvigioni percepite, ma indicava anche in quattro volte l’irrogazione di sanzioni amministrative prima che potesse configurasi il reato penale.  “Contro tale disposizione di legge - continua Silvia Dell’Uomo - era più volte intervenuta la nostra federazione, che riteneva estremamente difficile l’applicazione della sanzione penale che aveva quindi scarso effetto deterrente, non essendo ovviamente frequente che un soggetto venisse colpito per ben tre volte da sanzione amministrativa. Ora non dovrebbe essere più così”.

Serve supporto anche dalla politica

Certo, per ora è d'obbligo usare il condizionale: “Una piccola dose di prudenza non guasta - conclude - anche se è effettivo che dal 15 febbraio tutti coloro che abbiano subito anche una sola volta la sanzione amministrativa conseguente all’esercizio abusivo dell’attività, rischiano in caso di recidiva le nuove sanzioni penali, ben più pesanti, anche sul piano patrimoniale. La legge è buona, resta da capire come verrà applicata e, soprattutto, se ci sarà volontà politica di limitare un abusivismo che, purtroppo, non è affatto marginale e crea non pochi danni ad un settore che, per contro, deve fare i conti con costi e obblighi burocratici molto gravosi”.

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