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Economia

Ascom al nuovo sindaco: "No alle tasse per un triennio a chi apre attività nei quartieri"

Il presidente dell'Ascom, Patrizio Bertin: "Mi sembra che questa sia una buona soluzione per dare impulso all'apertura di negozi nei quartieri e ripristinare i punti vendita chiusi da tempo"

"Il commercio come presidio contro il degrado. “Lo andiamo ripetendo da tempo – conferma il presidente dell’Ascom, Patrizio Bertin – ma oggi più che mai è venuto il tempo delle scelte nette”.

APERTURA NEGOZI. Ed una scelta netta, se si vuole evitare che l’aumento delle serrande abbassate corrisponda all’aumento del degrado nei quartieri, prevede che la tassazione locale sia non solo ridotta ma addirittura azzerata. “Mi sembra che questa sia una buona soluzione – continua Bertin – per dare impulso all’apertura di negozi nei quartieri e ripristinare i punti vendita chiusi da tempo”. L’obiettivo, in altri termini, sarebbe quello di incentivare l’apertura di nuove attività e il ritorno del commercio di vicinato nei quartieri cittadini in quei locali che oggi sono chiusi, in modo da valorizzare il ruolo del commercio anche in termini di vivibilità della città e di presidio del territorio.

RIDURRE CARICO FISCALE. “Il carico fiscale e previdenziale che si abbatte sulle nuove imprese – continua il presidente dell’Ascom – ha il potere di fiaccare qualsiasi buona idea imprenditoriale. A Roma, nei giorni scorsi, abbiamo ribadito al ministro Calenda che l’aumento dell’Iva non va nemmeno ipotizzato, ma gli abbiamo anche chiesto di ridurre il carico fiscale e previdenziale che grava sulle imprese in modo così da ridare slancio ad un’economia che non ha ancora abbandonato definitivamente la crisi”. “Personalmente – aggiunge Bertin - io credo che anche a livello locale si possa fare molto ed è per questo che alla nuova amministrazione che andrà ad insediarsi il prossimo 26 giugno, chiediamo che limiti al massimo il carico fiscale nei confronti dei locali secondo un doppio schema che preveda, in primis, l’abbattimento delle tasse locali per un triennio a chi avvia l’attività in un quartiere o in un’area particolarmente degradata”.

DETASSAZIONE IMU. Più complicato (“Ma tutto è possibile se c’è la volontà politica di operare in quella direzione”) prevedere una detassazione dell’Imu al proprietario che sia in grado di documentare la sottoscrizione di un contratto d’affitto inferiore al valore di mercato dei locali commerciali che insistono in una determinata zona. “La nostra associazione, che vanta al proprio interno anche gli operatori dell’intermediazione immobiliare – avanza l’ipotesi Bertin - potrebbe farsi carico dell’asseverazione dei contratti offrendo, in questo modo, la possibilità di trasferire sull’operatore commerciale i vantaggi della minore tassazione sul bene immobile”. Insomma un intervento “chirurgico” in grado di “sanificare”, laddove i negozi dovessero riaccendere le luci delle vetrine, aree progressivamente depauperate del prezioso apporto dei negozi di vicinato.

GRANDE STRUTTURE DI VENDITA. “Naturalmente – conclude Bertin – il presupposto perché tutto questo possa avvenire è che si opti per lo stop definitivo alla realizzazione di nuove grandi strutture di vendita e che si arrivi alla regolamentazione delle aperture festive, la cui deregulation è oggi un limite oggettivo all’insediamento dei negozi a gestione familiare. A copertura infine dei mancati introiti locali si dovrebbe, a nostro avviso, procedere alla tassazione dei giganti del web con destinazione dei proventi ai bilanci dei comuni che avviassero un percorso virtuoso come quello che proponiamo”.

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