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Venerdì, 19 Aprile 2024
Economia

Dai "dieci comandamenti" alle "tre richieste": l'Ascom Padova si rivolge al futuro nuovo Governo

Dal costo del lavoro alle giornate di chiusura passando per la valorizzazione dei centri urbani: Patrizio Bertin indica i tre interventi da fare con urgenza

Si era già rivolto a tutti i candidati alle elezioni politiche inoltrando un "decalogo per lo sviluppo". Ora invece, avanza tre richieste. Indirizzate al futuro nuovo Governo: Patrizio Bertin, presidente dell'Ascom Confcommercio di Padova, esce allo scoperto elencando gli interventi improcrastinabili.

"Urge un cambio di passo"

"Qualsiasi sia il governo e qualsiasi sia la sua ipotetica durata, le "poche cose" vanno fatte subito. Ed in proposito noi abbiamo le idee chiare". Non usa giri di parole Patrizio Bertin, che prosegue: "Le imprese del commercio, del turismo e dei servizi non chiedono la luna, vogliono però un cambio di passo".

Prima richiesta: costo del lavoro

"Abbiamo la necessità - elenca Bertin - che si intervenga sul costo del lavoro senza però aumentare l'Iva. In altri termini abbiamo bisogno di compensare meglio i nostri collaboratori senza gravare sui costi aziendali e senza arrivare ad uno scambio "cuneo fiscale contro aumento dell'Iva". L'aumento dell'Iva, infatti, avrebbe un effetto "gelante" sui consumi (si parla di oltre 20 miliardi in tre anni), consumi che, con difficoltà, stanno tornando ai livelli pre-crisi".

Seconda richiesta: valorizzazione dei centri urbani

"L'Italia - continua Bertin - è il Paese dei mille borghi e delle cento città. E' lì che chi si appresta a governare (per 5 anni o per qualche mese) deve azionare le leve dello sviluppo. Questo significa investire sulla riqualificazione urbana, sul rialzare le serrande abbassate, in altri termini sulla ripresa del commercio là dove si può sviluppare il turismo. Creare grandi strutture ai margini delle città come stanno facendo certi sindaci anche del nostro territorio, è una prospettiva miope che ipotecherà, in senso negativo, il futuro dei nostri figli e nipoti per i prossimi cent'anni".

Terza richiesta: equilibrio sui giorni di chiusura

"Equilibrio - conclude il presidente dell'Ascom Confcommercio di Padova - deve essere la parola d'ordine del nostro futuro. Quando chiediamo sei giorni di festa l'anno coi negozi chiusi non chiediamo di bloccare il progresso (come vorrebbero far credere i guru della grande distribuzione) nè di limitare il Pil (che, nonostante tutte le domeniche aperte, non si è mosso, se guardiamo al commercio, nemmeno di un decimale). Chiediamo solo di offrire ai dipendenti ma anche ai titolari (nelle piccole imprese a gestione familiare non c'è differenza quando si tratta di sacrificare la domenica) una giusta pausa che, in assenza di regole, non è possibile perchè i grandi impongono tempi e modi di lavoro che non vanno d'accordo nè col reddito nè con la famiglia". Dunque, tre provvedimenti per realizzare sviluppo "dal basso". "Tre provvedimenti - conclude Bertin - che il nuovo governo, qualsiasi nuovo governo, deve poter varare nella convinzione che puntare sul lavoro "di qualità" sia la chiave di volta per ridare a questo Paese una prospettiva di sviluppo che non sia legata al "low cost" che, troppo spesso, si traduce in precarietà se non addirittura in sfruttamento".

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