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Economia

Fidi Impresa & Turismo Veneto: 2019 positivo, preoccupa il 2020 condizionato dalla pandemia

Effetti in questo momento “congelati” dalla sospensione dei rientri concessi dalle banche sulla scorta dei provvedimenti governativi, ma che non rimarranno “congelati” per sempre

Circa 18.104 soci distribuiti sul territorio per 352 milioni e mezzo di euro di affidamenti garantiti in favore delle imprese venete del commercio, del turismo e dei servizi: questa è Fidi Impresa & Turismo Veneto il confidi di Confcommercio che ieri ha tenuto l’assemblea per i soci operanti nel territorio della provincia di Padova. Un’assemblea che se ha avuto il pregio di evidenziare le ottime performance del confidi nel 2019 (Fidi Impresa & Turismo Veneto ha un indice di solidità patrimoniale del 23,6%, quattro volte ciò che verrebbe richiesto dagli organi di controllo e pari al doppio di quanto richiesto per le banche) ha anche evidenziato le preoccupazioni per un 2020 che sconterà gli effetti della pandemia. Effetti in questo momento “congelati” dalla sospensione dei rientri concessi dalle banche sulla scorta dei provvedimenti governativi, ma che non rimarranno “congelati” per sempre.

Cosa cambia

«Siamo tutti consapevoli – ha dichiarato Mauro Rocchesso, direttore del confidi – che la “foto” che siamo riusciti a scattare nel 2019 non si ripresenterà per l’anno in corso anche se non mancano i segnali di una seppur timida ripresa». Ed in effetti, a parte le richieste di finanziamenti garantiti dallo Stato (i famosi 25mila euro poi diventati 30mila), le imprese si sono rivolte a Fidi Impresa & Turismo Veneto per avere ulteriori aperture di credito ma non solo per far fronte alla necessità di liquidità (affitti, fatture da saldare nei confronti dei fornitori, stipendi, ecc.) ma anche per investimenti. «Che ci siano imprenditori – è stato il commento del presidente dell’Ascom Confcommercio di Padova e di Confcommercio Veneto, Patrizio Bertin – che nonostante il periodo difficilissimo siano pronti ad investire per avviare nuove attività è un segnale di grande positività che va colto e sottolineato a dimostrazione che la crisi è stata devastante, avrà ripercussioni nel breve e medio periodo, ma non ha fiaccato la voglia di impresa che è insita nella nostra società. Spetta però alle istituzioni nel loro complesso non permettere che questo sforzo sia vanificato da una burocrazia lenta o, peggio, da una scarsa visione prospettica».

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