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Economia

«Niente sold out nonostante "Auto e Moto d'Epoca" e Van Gogh»: il grido di allarme degli albergatori

Critico Patrizio Bertin: «Non dico che la salute non meriti di essere al primo posto nelle preoccupazioni di chi ci governa, dico solo che se mi chiudi per decreto poi per decreto devi darmi anche di che vivere»

«Da quando, trent’anni fa, “Auto e Moto d’Epoca” è diventata “salone”, è la prima volta che alla vigilia della manifestazione ho ancora delle camere libere». Lo sfogo è quello di un’imprenditrice turistica con albergo a ridosso della Fiera, uno di quelli che negli anni passati già settimane prima dell’evento completavano le camere.

Alberghi

«Adesso - commenta Monica Soranzo, presidente degli albergatori di Padova Hotels Federalberghi Ascom Confcommercio - speriamo di ricevere qualche telefonata e, soprattutto, abbiamo sperato che “Auto e Moto d'Epoca” potesse rappresentare quell’iniezione di fiducia che attendiamo da mesi e che, con la mostra di Van Gogh, avrebbe avuto il sapore di un “traghettamento” verso la normalità». Invece la normalità sembra ancora distante ed anzi, come ha rivelato l’indagine Cerved, le medie città venete e lombarde saranno quelle che pagheranno il conto più elevato, non solo in termini di fatturato ma, soprattutto, di occupazione (32% il dato riferito espressamente a Padova). «Purtroppo - continua Soranzo - i provvedimenti di questi giorni non aiutano. Certo: gli alberghi non vengono toccati (se non quelli che dispongono anche di ristorante aperto anche ai non ospiti) ma basta il messaggio di un ministro per dare la stura alle telefonate di disdetta».

Bertin

Un problema che, allargando l’orizzonte, sta interessando più di un comparto economico come sottolinea Patrizio Bertin, presidente di Ascom Confcommercio Padova: «Stanno “saltando” convegni e congressi e tutto ciò che va dietro a questi eventi e che vanno a sommarsi al mondo dello spettacolo inteso in senso ampio. Io non dico che la salute non meriti di essere al primo posto nelle preoccupazioni di chi ci governa. Dico solo che - ed è un discorso che vale per tutti - se mi chiudi per decreto, per decreto devi darmi di che vivere. Un po’ quello che avviene per la pubblica amministrazione che continua a pagare stipendi regolarmente nonostante i servizi alla cittadinanza non siano esattamente quelli del pre-Covid».

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