Bertin, Ascom: «Al Centro Ingrosso Cina sono allergici alle regole, ne auspico la chiusura»
Senza troppi giri di parole Patrizio Bertin, presidente dell’Ascom Confcommercio lo definisce: «Epicentro di un altro Stato»
«Ormai siamo ad azioni della GdF con cadenza quasi settimanale – commenta il presidente dell’Ascom Confcommercio, Patrizio Bertin – e questo, al di là del ringraziamento che va alla Fiamme Gialle, deve preoccupare perché quando si tratta di prodotti alimentari non conformi alle regole, i rischi per la salute si moltiplicano». Da Ascom commentano così quanto accaduto al Centro Ingrosso Cina, con l'ennesimo sequestro della Guardia di Finanza.
Sequestro
Non che siano meno pericolosi capi di abbigliamento, giocattoli, prodotti di cartoleria e cosmetici senza le indicazioni di legge, ma se si tratta di patate in polvere, barrette di cioccolata, infusi, prodotti etnici asiatici e bevande analcoliche per 1,4 quintali di cibo e 600 litri di bevande, la preoccupazione aumenta. «Purtroppo – rimarca il presidente Bertin – multe irrisorie non aiutano e l’azione della Guardia di Finanza, ripeto, più che meritevole, rischia però di rappresentare la più classica delle gocce in un mare di illegalità». Servono dunque provvedimenti più stringenti, secondo Ascom. «Come la chiusura del Centro Ingrosso Cina – conclude il presidente dell’Ascom Confcommercio di Padova – che continua ad essere l’epicentro di un “altro Stato” dove cambiano i nomi ma resta la sostanziale allergia di quegli operatori alle regole del nostro Paese».