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Economia

Brexit, Boschetto: «Padova esporta merci per 530 milioni di euro, un importo da salvaguardare»

Il presidente di Confartigianato Imprese Padova spiega gli scenari futuri dopo l'uscita della Gran Bretagna dall'Unione Europea

Gli ultimi dati sul valore delle esportazioni manifatturiere verso il Regno Unito relativi ai dodici mesi tra quarto trimestre 2018 e terzo trimestre 2019 indicano che la provincia di Padova supera i 530 milioni di euro di vendite, mentre il Veneto si attesta a 3,7 miliardi. Si tratta del terzo valore più alto in valore assolto dietro a Lombardia (5,2 miliardi) ed Emilia-Romagna (4,5 miliardi), e in termini percentuali pesano il 15,3% di tutto l’export italiano d’oltremanica. Inoltre, nei primi 9 mesi del 2019 le esportazioni delle imprese padovane nel Regno Unito sono cresciute del 7,4%. Ma cosa succederà ora con la Brexit, dato che dalla mezzanotte di venerdì 31 gennaio la Gran Bretagna sarà formalmente fuori dall’Unione Europea?

Scenari futuri

A spiegare gli scenari futuri è Roberto Boschetto, presidente di Confartigianato Imprese Padova, che afferma: «Dobbiamo prepararci ad un costo fiscale ed economico a carico delle nostre imprese dovuti a logistica, certificazioni, gestione delle merci, imposte dirette e indirette. Un costo in termini di carico tributario effettivo e “peso” della compliance, per le imprese coinvolte che dovranno far fronte a una serie di problemi, al di là degli esiti del negoziato in partenza a febbraio. Scatterà infatti un periodo di transizione, che durerà fino al 31 dicembre 2020, nel corso del quale le due parti negozieranno quella che sarà la loro futura relazione. In questo periodo, sebbene uscito, il Regno Unito sarà ancora soggetto alle normative legate al mercato unico e quindi abbiamo un po’ di tempo per valutare azioni e contromisure a misura di Mpi. Oltre alla preoccupazione diretta sui bilanci delle nostre imprese e sul nostro sistema economico, l’uscita del Regno Unito lascerà un vuoto importante nella UE. Con il suo recesso l’Unione europea ridimensiona infatti il proprio peso economico, perdendo 67,7 milioni di abitanti, il 13% dell’Ue a 28, e 2.506 miliardi di euro di Pil, pari al 15,3% dell’Ue. Usciranno 2 milioni e 85mila micro e piccole imprese, con 7 milioni e 439 mila addetti - pari al 10,5% del totale dell’Ue a 28 - che realizzavano 1.187 miliardi di euro di fatturato e 432 miliardi di valore aggiunto».

I dati

Tornando ai numeri il made in Veneto verso il Regno Unito vale 3,7 miliardi negli ultimi dodici mesi (il 15,3% dei 24,9 miliardi del totale Italia), e risulta in salita del 5,4% rispetto ai dodici mesi precedenti, il ritmo più accentuato degli ultimi quattro anni. Il made in Italy destinato al Regno Unito rappresenta l’1,59% del valore aggiunto nazionale e la nostra regione è la seconda in Italia per esposizione con il 2,61% dopo l’Emilia Romagna con il 3,24%. Seguono la Toscana con il 2,34%, l’Abruzzo con il 2,34%, il Friuli Venezia Giulia con il 2,24% ed il Piemonte con il 2,13%. Passando ai settori, i più performanti -e quindi più esposti a possibili problematiche- sia in termini di crescita che di valore sono: Macchinari e apparecchiature nca (612 milioni di euro, +13,2% negli ultimi 12 mesi), Bevande (490 milioni di euro, + 2,6%), Articoli di abbigliamento (334 milioni di euro, +10,4%) e Articoli in pelle (301 milioni, +3,9%). Da soli rappresentano quasi il 50% delle nostre esportazioni. A livello provinciale infine si osserva un grado di esposizione doppio rispetto alla media nazionale per Belluno (4,10%), Treviso (3,83%) e Vicenza (3,60%). Conclude Boschetto: «Vero che ci sarà tempo fino alla fine dell’anno, ma quello che già preoccupa le imprese è principalmente la rinuncia al mercato unico e all’unione doganale. Ad oggi la principale incertezza è legata all’andamento dei negoziati dai quali non si può escludere che rispuntino i dazi sui prodotti scambiati tra Ue e Regno Unito. In particolare, il settore più a rischio per le Mpi potrebbe essere quello alimentare. Per loro le complicazioni dei costi si sommano a quelle sulle tempistiche (totalmente ignote) di sdoganamento della merce che potrebbero scontrarsi con la data di scadenza di molti prodotti, specie di pasticceria artigianale».

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