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Economia

Meno 90% per i cachi, i melograni e i peri della Saccisica peer le gelate tardive

Fino ad un -50% invece per drupacee quali albicocchi, prugni, ciliegi e peschi, oltre ai kiwi. I dati rilevati da Cia illustrano un quadro per nulla confortante

A causa delle gelate notturne registrate tra il 6 e l’8 aprile è andato perso oltre il 90% delle piantine di cachi, melograni e peri che erano stati messi a dimora nei terreni agricoli dell’area della Saccisica. Fino ad un -50% invece per drupacee quali albicocchi, prugni, ciliegi e peschi, oltre ai kiwi. I dati rilevati da Cia illustrano un quadro per nulla confortante: «Nell’ultima settimana sono usciti i periti per effettuare tutti i sopralluoghi del caso. I riscontri non sono buoni: potrebbe essere sfumata un’intera stagione, siamo molto preoccupati».

La Cia

Loris Schiavon è il responsabile Cia del comprensorio di Piove di Sacco: «Stiamo ricevendo decine di segnalazioni da parte degli imprenditori agricoli. I germogli delle varie piantine, che dovevano essere messe in vendita dal 2022 in poi, si sono seccati proprio a motivo delle temperature al di sotto dello zero che abbiamo toccato tre settimane fa. Queste gelate, tardive e di conseguenza inaspettate – continua lo stesso Schiavon - rischiano di mettere ko il settore, che peraltro si stava riprendendo con grande fatica dopo la batosta del covid». I vivaisti stanno tentando di sostituire le gemme che si sono letteralmente “bruciate”, nella speranza di fare ancora in tempo: «Gli innesti – precisa – vanno eseguiti a marzo, adesso potrebbe essere troppo tardi. In ogni caso ci auguriamo di recuperare qualcosa. Per quanto riguarda il mercato, grazie alle relazioni instaurate con Flormart, le aziende vivaistiche della Saccisica e di Saonara esportano in molti Paesi dell’est Europa, fra i quali Russia, Bulgaria e Romania, e addirittura Libano. Partono dei container pieni di piante», puntualizza Schiavon. «Valorizzare l’area, e i suoi prodotti d’eccellenza – puntualizza Paola Franceschin, presidente Cia della zona di Piove di Sacco - è uno degli obiettivi che ci siamo prefissati. Continueremo lungo questa direzione».

Specifici contributi

Alla luce dei danni che si sono verificati in molte Regioni del Nord e centro Italia (oltre al Veneto, l’ondata di gelo notturno ha interessato Piemonte, Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna e Toscana) Cia ha chiesto al Governo l’attivazione di specifici contributi a fondo perduto nell’ambito del Recovery fund. «Già in passato – sottolinea il direttore di Cia Padova, Maurizio Antonini - l’esecutivo ha messo a disposizione, sempre a fondo perduto, delle risorse per venire incontro alle imprese danneggiate dalla siccità. Attendiamo un provvedimento simile». Nell’attuale contesto socio-economico, caratterizzato da oggettive difficoltà per il comparto agroalimentare, «Le Istituzioni sono chiamate a fornire tutte quelle risposte necessarie per la sopravvivenza delle nostre aziende. Al giorno d’oggi investire sull’agricoltura è una continua scommessa, pure a motivo degli effetti dei mutamenti climatici che sperimentiamo di persona. Pur con tutti i rischi con i quali siamo tenuti a convivere – conclude - abbiamo dimostrato di non volerci fermare. Non è accaduto neppure durante il lockdown severo del 2020: la nostra attività è veramente strategica per la comunità».

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