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Economia

Padova capitale del commercio all'ingrosso

La provincia conta più di seimila imprese grossiste e registra un primato assoluto a livello regionale. Il presidente Ascom Bertin mette in guardia: "Non è tutto oro quel che luccica"

Il disegno che emerge dal più recente rapporto del Servizio studi della Camera di commercio relativo al periodo 2009/2017, presenta la provincia euganea come leader nel campo del commercio all'ingrosso, ma viene accolto non senza un velo di scetticismo da Patrizio Bertin, presidete Ascom, che solleva grossi dubbi soprattutto sul grossismo cinese.

I NUMERI.

Al 30 settembre 2017, il totale delle imprese operative a Padova nel commercio all’ingrosso contava 6.371 unità, pari al 9,5% del totale delle imprese operative nelle attività terziarie della provincia. Padova risulta anche essere la nona provincia italiana per numero di imprese del terziario, con il 2% del totale nazionale (311.231 unità alla stessa data) e la prima nel Veneto con il 25,1% (25.417 unità). La distribuzione delle specializzazioni vede prevalere le imprese all’ingrosso di beni di consumo finale (2.464 unità pari al 38,7% del totale, includendo moda, mobili-arredamento, elettrodomestici, articoli per la casa, elettronica, profumeria, farmaceutica) seguiti da prodotti per l’industria e l’edilizia (1.427 unità per il 22,4%), da macchinari e attrezzature (875 unità per il 13,7%) e da alimentari e bevande (766 unità, 12%). Per quanto riguarda la forma giuridica, il 50,5% sono società di capitali, mentre le imprese individuali si attestano al 31,4% e le società di persone al 17,6%. Il mezzo punto mancante è costituito essenzialmente da cooperative. Il primato di Padova è confermato anche dall’indice di densità del commercio all’ingrosso in rapporto all’insieme delle imprese del terziario. In questa classifica la provincia euganea è al settimo posto in Italia e al primo nel Veneto, anche se la dimensione delle imprese in termini di personale fa suonare il campanello d'allarme: l' 89,6% ha meno di 9 addetti. Complessivamente Padova vanta 19.192 unità impiegate, pari al 9,8% del totale degli occupati nelle attività terziarie della provincia.

I DUBBI SULLE IMPRESE EXTRACOMUNITARIE.

Nonostante i grandi numeri, la situazione del capoluogo euganeo potrebbe nascondere delle insidie. "Le imprese straniere costituiscono il 14% del totale (638 unità in valore assoluto su un totale 4.553 sedi legali) con un aumento di 4,2 punti negli ultimi sei anni e quasi tutte sono extracomunitarie (12,3% per 561 unità) - spiega il presidente dell'Ascom, Patrizio Bertin -. Questo significa che il commercio all’ingrosso presenta una percentuale di imprese straniere ed extracomunitarie superiore a quella che si rileva per il totale delle imprese attive nella provincia (rispettivamente 9,1% per le imprese straniere e 7,1% per quelle extracomunitarie). Il sospetto di Bertin è chiaro: molte delle imprese all'ingrosso - in particolare quelle cinesi - potrebbero mascherare attività al minuto. La prassi per i grossisti cinesi è innegabilmente vendere merce anche al dettaglio contro ogni norma di legge e l'Ascom sta intraprendendo ormai da anni una dura battaglia in questo senso. "Nel periodo 2011/2017 - continua Bertin - la componente straniera è aumentata soprattutto nel commercio all’ingrosso di abbigliamento e calzature. Viceversa sono diminuite le imprese italiane. L'aumento delle imprese individuali cinesi nel commercio all’ingrosso ha raggiunto la cifra del +48,1%, anche se nell’ultimo anno i titolari cinesi sono diminuiti". C'è da chiedersi se stia calando l'interesse dei cinesi per la zona padovana o se i numeri tendano semplicemente ad assestarsi. Certo è che per il momento, nonostante alcuni timidi segnali di  ripresa per il commercio italiano, la percentuale di grossisti stranieri rimane in provincia estremamente alta.

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