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Economia Monselice

Cementizillo, ricollocati 6 lavoratori su 66: proposta irricevibile per i sindacati

Martedì pomeriggio l'incontro nella sede di Confindustria Padova. Tre dipendenti andranno nello stabilimento di Monselice ed altri 3 nello stabilimento di Fanna, in provincia di Pordenone

Dopo l'annucio dell'avvio della mobilità della Cemetizillo spa, l'incontro tra le organizzazioni sindacali e i vertici dell'azienda nel pomeriggio di martedì alla sede della Confindustria di Padova. La Cementizillo ha confermato, in conseguenza della chiusura dello stabilimento di Este, i 66 esuberi dichiarandosi disponibile alla ricollocazione di tre lavoratori nello stabilimento di Monselice (2 operatori di produzione a ciclo continuo ed 1 meccanico) e tre operai nello stabilimento di Fanna, in provincia di Pordenone, (2 operatori di produzione a ciclo continuo ed 1 addetto prove fisico meccaniche).

RICOLLOCAZIONE. Per Cementizillo è il primo step di una trattativa finalizzata all’attivazione di soluzioni volte alla ricollocazione, sia interna che esterna, del maggior numero di lavoratori possibile nel quadro di un modello di ristrutturazione aziendale responsabile a cui si intende fare riferimento. Il prossimo appuntamento è previsto per il 15 febbraio.

REINSERIMENTO. Oltre al reinserimento dei lavoratori in altri impianti del Gruppo, la Cementizillo intende avviare un articolato percorso di riqualificazione professionale che funga da acceleratore alla ricollocazione di tutti i lavoratori in esubero, attraverso lo strumento dell’outplacement. A questa fase seguirà l’erogazione di un piano formativo personalizzato finalizzato a colmare eventuali gap tra le competenze del singolo e quelle richieste dal mercato del lavoro.L’azienda ribadisce la volontà di non abbandonare nessuna delle sue persone, consapevole della complessa situazione occupazionale della bassa padovana, in particolare per quanto attiene il settore dell’edilizia.

SINDACATI. Proposta giudicata irricevibile da Fillea Cgil e Filca Cisl. "Riteniamo che le possibilità di reimpiego siano molto più ampie - spiegano Dario Verdicchio di Fillea Cgil e Rudi Perpignano di Filca Cisl - L'azienda infatti deve anche farsi carico con un'attenzione particolare dei lavoratori più anziani, in modo da facilitare il loro accesso alla pensione. Se ciò non accadesse, molte persone si troverebbero in una situazione davvero complicata, perché difficilmente troverebbero altre occasioni di lavoro a causa dell'età e sarebbero e gli sarebbe impossibile raggiungere i requisiti previdenziali previsti dalla legge".

LAVORATORI. Esiste poi una priorità non meno impellente e riguarda i lavoratori più giovani. "Hanno svolto un'importante esperienza lavorativa e vanno aiutati attraverso l'outplacement ad avere la formazione adeguata per incrociare le offerte del mondo del lavoro - continuano i due sindacalisti - Non hanno le risorse per costruirsi da soli questo percorso ed è doveroso un sostegno in questa direzione"

VERTENZA TERRITORIALE. "È assolutamente urgente la sua trasformazione in una vertenza territoriale - concludono i due rappresentanti di Cgil e Cisl - che veda protagoniste le Istituzioni, le prime a dover trovare soluzioni in grado di dare risposte a decine di famiglie e le prime a doversi preoccupare per il futuro della Bassa padovana, già oggi la più colpita dalla crisi di tutta la provincia e con il più alto tasso di disoccupazione nel padovano".

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