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Giovedì, 25 Aprile 2024
Economia

Cimice Asiatica, Coldiretti: «Occorre investire sulla ricerca e la prevenzione»

Nel padovano la zona più colpita la Bassa, minacciati 700 ettari di frutteti, danni per oltre 50 milioni solo nell’ultimo biennio

E’ in arrivo la prima trance (20,6 milioni) dei 32,4 i milioni di euro del Fondo di solidarietà stanziati per il Veneto che ristora i frutticoltori che hanno subito danni da cimice asiatica nel 2019. Lo sottolinea Coldiretti Veneto che ricorda anche i dati relativi al quadro regionale: oltre 19mila gli ettari interessati dalle colture oggetto di attacchi dall’insetto killer con prevalenza di melo, kiwi, pero e pesche, 975 aziende colpite in totale e concentrate nella provincia di Verona, Treviso, Padova e Rovigo. A fronte di un danno che sfiora i 70 milioni di euro di danni denunciati dagli agricoltori veneti, il Mipaaf ha disposto un indennizzo che coprirà il 47% delle perdite totali.

Il secondo acconto

Dopo il primo versamento previsto entro la fine di questo mese, seguirà il secondo acconto e il saldo finale da assegnare a febbraio 2022: un lasso di tempo lungo rispetto all’anno orribile del 2019 a cui fa riferimento la contabilità ministeriale.  Vanno ricordati, comunque, anche i 5 milioni di euro messi a disposizione dalla Regione del Veneto la cui erogazione è stata già corrisposta. «Nella nostra provincia sono circa 700 gli ettari di pere, mele, pesche, nettarine, kiwi e altre coltivazioni, in particolare nella Bassa Padovana e nella zona di San Pietro Viminario, Pernumia, Monselice, interessati dalla voracità della cimice asiatica, particolarmente pericolosa – sottolinea Coldiretti Padova – per l’agricoltura perché prolifica con il deposito delle uova almeno due volte all`anno con 300-400 esemplari alla volta che con le punture rovinano i frutti rendendoli inutilizzabili e compromettendo seriamente parte del raccolto. Una vera emergenza per sistema produttivo perché capace di colpire centinaia di specie coltivate e spontanee».

Le aziende

«Nel biennio 2019-2020 le perdite hanno superato i 50 milioni di euro nella nostra provincia e coinvolto alcune centinaia di aziende. Per alcuni prodotti come le pere abbiamo registrato danni superiori all'80%- spiega Massimo Bressan, presidente di Coldiretti Padova - ma è tutta l'ortofrutta ad essere seriamente minacciata. Il 2020 ha visto una flessione del fenomeno ma la cimice c’è ancora ed è molto attiva. Nonostante le difficoltà di quest’ultimo triennio – aggiunge Bressan– gli imprenditori agricoli hanno messo in campo tutte le strategie possibili per salvare le produzioni: dalle reti antinsetto al controllo biologico con l’introduzione della Vespa samurai. Dal punto di vista scientifico Coldiretti ha promosso un sistema di monitoraggio con un centinaio di postazioni per le rilevazioni territoriali sull’infestazione stagionale. I costi sostenuti non sono irrilevanti: la responsabilità sociale degli imprenditori merita attenzione e un riconoscimento economico all’altezza di quanto fatto per arginare la calamità. Il rischio di mettere in ginocchio definitivamente il comparto che soffre già della crisi di mercato è sempre attuale. A questo proposito, serve un impegno ancora maggiore, da parte della Regione, nel monitoraggio e nella assistenza tecnica, al fine di supportare gli agricoltori che devono fare i conti, sempre con maggiore frequenza, a varie calamità biotiche. I soldi spesi in prevenzione, infatti, sono di gran lunga inferiori a quelli necessari per i parziali ristori. Va cambiato radicalmente l’approccio – conclude Bressan -  per dar modo ai produttori di poter operare limitando al minimo il rischio connesso alle emergenze fitopatologiche».

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