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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Economia

Fatturato, ordini, lavoro: la vendita al dettaglio in caduta libera (-3%)

Sono i dati relativi al terzo trimestre 2014, realizzati dall'Ufficio studi della Camera di Commercio di Padova. Resistono gli alimentari ma le famiglie rinunciano all'abbigliamento, all'arredamento e ai generi per la casa

Il fatturato delle imprese padovane del commercio al dettaglio e della ristorazione diminuisce notevolmente tra luglio e settembre 2014 (-3%) rispetto allo stesso periodo 2013. Il trend provinciale padovano sulle vendite in termini di valore è purtroppo il peggiore fra tutte le sette province venete.

I DATI. Male anche sul fronte degli ordini (-2,5%) e dell’occupazione (-0,7%). In diminuzione i prezzi di vendita (-2,3%), in maniera decisamente più marcata rispetto al trimestre precedente (-0,2%). “Questo dato sulla flessione dei prezzi di vendita deve far riflettere - dice il presidente della Camera di Commercio di Padova Fernando Zilio - se si pensa che nello stesso arco temporale di un anno fa il segnale era positivo a +0,6%. Purtroppo questo principio di deflazione è più facilmente collegabile all’assenza di domanda che non ad un voluto contenimento dei prezzi da parte della filiera”.

PREVISIONI NEGATIVE. È questa la fotografia scattata dall’indagine sullo stato di salute del commercio al dettaglio della provincia di Padova nel 3° trimestre 2014, realizzata dall’Ufficio studi della Camera di Commercio di Padova prendendo come base l’indagine Veneto Congiuntura di Unioncamere Veneto. Un flash per nulla positivo, soprattutto in chiave futura, se si aggiunge che dalle previsioni degli imprenditori intervistati per il 4° trimestre 2014 emergono prospettive negative per il fatturato, anche se si presentano meno accentuate rispetto alle indicazioni degli ultimi trimestri, e la conferma di un andamento stazionario sul piano occupazionale.  Per il fatturato, il saldo delle risposte di aumento-diminuzione per gli ultimi tre mesi dell’anno, si attesta infatti a -17,4 punti: è il secondo valore più contenuto degli ultimi 10 sondaggi. Le previsioni negative riguardano sia la piccola distribuzione (-15,2 punti il saldo) che le strutture di vendita medio-grandi (-22,8). Nell’insieme, le imprese che prevedono diminuzioni del fatturato scendono al 37,1% del totale contro il 45,2% del sondaggio precedente.

FATTURATO. L’inversione di tendenza del fatturato è particolarmente preoccupante se si confronta con il +0,6% del trimestre precedente e con il fatto che questa inversione di marcia interrompe il trend di crescita degli ultimi 4 trimestri. Questo andamento riflette la diminuzione sia della piccola distribuzione (-2,1%) che della media-grande distribuzione (-3,2%). A livello merceologico si riscontra una ripresa del fatturato per gli esercizi del dettaglio alimentare (+1,1% rispetto al -1,2% del trimestre precedente), ma si accentua la tendenza negativa nel non alimentare (-8,3% contro il -3,7% del trimestre precedente). Per la grande distribuzione (ipermercati e supermercati) si registra l’aumento del fatturato del +0,5%, che comunque subisce una flessione rispetto al +2,5% del trimestre precedente.

OCCUPAZIONE. Per l’occupazione la tendenza è altrettanto negativa con una flessione del -0,7% contro il+1,6% del trimestre precedente. Questo risultato riflette la contrazione degli addetti nei piccoli negozi (-3,8%) rispetto alla tenuta nella media-grande distribuzione (+0,2%), anche se per quest’ultima siamo di fronte alla variazione più contenuta dall’inizio del 2011.

NO FIDUCIA NEL FUTURO. “lo stato di recessione è papabile in ogni famiglia - sottolinea Zilio - e i consumi sono i primi a risentire di queste difficoltà economiche. Il potere d’acquisto delle famiglie è sempre più debole e, di conseguenza, la fiducia nel futuro è ai minimi storici anche a causa della sempre pesante e pressante fiscalità nazionale e locale che riduce sempre più le già scarse risorse dei consumatori, generando insicurezza e soffocando qualsiasi velleità d’acquisto. La speranza del mondo del commercio è che l’arrivo delle tredicesime e delle festività natalizie possa ridare ossigeno alle vendite per chiudere l’anno limitando le perdite, ma è inutile nascondersi che, come ormai accade dal 2008, gran parte delle tredicesime andranno a tamponare debiti, mutui e tasse da pagare”.

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