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Economia

Commercio a Padova, crescono i contratti a tempo indeterminato

Nel primo trimestre 2015, il settore continua a garantire occupazione. Delle 2.400 aziende campionate, quelle con dipendenti passano dal 30,7% al 32,2%. 100 nuove assunzioni: 74.4% con contratti non a tempo

Nonostante la crisi del mercato interno e la pesante stagnazione delle vendite al dettaglio, il settore del commercio continua a garantire occupazione. Secondo i dati dell’Osservatorio economico della Confesercenti di Padova, nel primo trimestre del 2015 si registra un aumento dei contratti di lavoro in essere rispetto allo stesso periodo del 2014.

CONTRATTI IN AUMENTO. "Verificando solo le imprese del commercio (ingrosso, dettaglio, ambulante, intermediazione) e analizzando i tre grandi settori (alimentare, abbigliamento, altri non alimentare) - spiega il presidente Nicola Rossi - all’interno delle 2400 aziende campionate ( tutte micro e piccole aziende fino ad un massimo di 40 dipendenti) abbiamo avuto un incremento del numero di contratti pari a 48 unità, ossia l’1,8% di incremento. La nota interessante - continua Rossi - è che diminuisce il numero medio di occupati per azienda e cresce il numero delle aziende con occupati: le aziende con dipendenti passano al 30,7% al 32,2%, con un incremento di 52 unità, mentre diminuisce il numero medio dei dipendenti per azienda che passa da 3,65 a 3,54".

NUOVE ASSUNZIONI. Crescono i contratti a tempo indeterminato (dall’81,5 all’82,8% sul totale dei contratti in essere). In aumento anche i contratti a tempo determinato (anche se in misura limitata), calano invece i contratti a chiamata. I dati relativi alle nuove assunzioni del primo trimestre 2015, raffrontati allo stesso periodo del 2014, dimostrano in modo evidente come sia in crescita il contratto a tempo indeterminato. Sulle quasi 100 nuove assunzioni censite nelle aziende campione, il 74.4% è relativo a contratti a tempo indeterminato (era il 60% nel 2014). I nuovi contratti a chiamata crollano dal 37,8 al 20,5%, mentre crescono dal 2,2 al 5,1% quelli a tempo determinato.

SETTORI IN RIPRESA OCCUPAZIONALE. Segnali di ripresa occupazionale soprattutto nel settore non alimentare, una tenuta nel settore alimentare e una perdita nel settore moda. "Ricordo - continua Rossi - che la stragrande maggioranza delle imprese censite nel campione ha meno di 15 dipendenti, quindi è già esclusa dalla norma dell’articolo 18. Di conseguenza, ritengo che sull’andamento delle nuove assunzione ha funzionato bene l’agevolazione contributiva piuttosto che la Riforma dell’articolo stesso".

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