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Economia

Il grido d'aiuto dei laboratori artigiani della moda: tra ordini annullati e riconversioni

Anche l'industria della moda (la seconda d'Italia), specie nelle sue realtà artigiane sta attraversano una crisi durissima a causa del Covid: l'appello di Confartigianato Imprese

Oltre 1.500 aziende in provincia costrette ad abbassare la serranda e a guardare al futuro con paura e incertezza. Qualcuno  ha convertito la produzione e crea dispositivi sanitari, ma l'emorragia del settore della moda artigiana è profonda.

Settore già fortemente provato

A denunciarlo è il Comparto tessile abbigliamento cuoio di Confartigianato Imprese Padova attraverso la presidente Laura Dalla Montà. «I problemi affrontati dagli artigiani padovani che lavorano nella moda erano già tanti e seri - spiega - dalla delocalizzazione all'alto costo del lavoro fino alla concorrenza sleale. La moda è il secondo settore per importanza in Italia ma non è fatto solo dei grandi marchi. Fondamentali sono le picole realtà artigiane con le loro straordinarie competenze». Sono 1.738 le aziende nel Padovano che danno lavoro a oltre 6.600 persone.

Colpo durissimo

«Il Coronavirus ha costretto la maggior parte a chiudere momentaneamente, la filiera è in ginocchio - prosegue Dalla Montà - La mazzata è arrivata nel periodo peggiore, durante la realizzazione della stagione autunno/inverno che è la più importante. Commesse e ordini sono stati annullati, il colpo è durissimo. Qualcuno ha convertito l'attività e lavora producendo dispositivi sanitari, ma il danno sarà forse irreparabile». Una possibile soluzione? Per Confartigianto è invertire la tendenza alla delocalizzazione verso l'estero: «É auspicabile, ma non sappiamo se il settore resisterà. I prestiti del Governo non bastano, i debiti stanno subissando troppi artigiani. Urge trovare soluzioni immediate» conclude la presidente.

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