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Economia

Conselve, querelle sul cambio di destinazione d’uso del capannone

Pasqualetti (Ascom Confcommercio): “Il sindaco cerca di intenerire i contribuenti, ma comunque aumenta le tasse”

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di PadovaOggi

“Come volevasi dimostrare: il sindaco di Conselve, Antonio Ruzzon, giustifica la decisione di cambiare destinazione d’uso al noto capannone da artigianale a commerciale, consentendo l’installazione di un nuovo centro elettronica, dicendo che i 190 mila euro gli serviranno per non gravare di tasse i cittadini. E’ la trama di una fiction a puntate che abbiamo già visto in altri comuni della provincia dove un giorno il centro commerciale serve per fare una palestra, un altro la grande struttura di vendita arriva come la manna dal cielo per realizzare l’asilo e a Conselve serve per non aumentare le tasse. Ma sono giustificazioni puerili che servono ad “intenerire” i contribuenti, ma che non raggiungono lo scopo”.

Se prima l’Ascom Confcommercio era “arrabbiata” nei confronti dell’amministrazione di Conselve per il blitz compiuto alla prima seduta del consiglio comunale, blitz al quale aveva fatto seguito il mandato della stessa Ascom allo studio legale Cimino-Pizzato-Trovato-Fabbris di Padova per presentare ricorso al Tar al fine di vedere derubricata la scelta di cambiare destinazione d’uso al fabbricato, adesso l’Associazione Commercianti è a dir poco inviperita.

“Il sindaco Ruzzon – dichiara Franco Pasqualetti, vicepresidente dell’Ascom delegato alle questioni attinenti le grandi strutture di vendita – sa che col ricorso rischia di vedere vanificato l’introito di 190 mila euro al quale sembra tenere tanto, ma lo mette ugualmente a bilancio con l’evidente obiettivo di dire, quando la sua partita sarà persa, che è colpa dei commercianti se dovrà aumentare le tasse. Intanto però non rinuncia a ritoccarle all’insù aumentando l’addizionale Irpef”. Insomma, la polemica non sembra scemare. Semmai sembra vero il contrario. “L’abbiamo già detto: è nostra convinzione – conclude Pasqualetti – che non tutto sia chiaro e che certi lavori realizzati in tempi sospetti siano destinati a creare più di una difficoltà a chi ha deciso di investire sull’immobile”.

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