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Giovedì, 25 Aprile 2024
Economia

Continuità d'impresa, non è più solo una questione di famiglia: lo studio

Di padre in figlio non è più sempre possibile. Sono ancora troppi i piccoli imprenditori che preferiscono chiudere l'azienda anziché affidarla a un esterno. Confartigianato ha un progetto per cambiare

L’età anagrafica dei titolari e soci di imprese artigiane è sempre più alta e le aziende aprono le porte all’impresa rigenerata, risultato di un’operazione di acquisto della proprietà da parte dei dipendenti. A rivelarlo è un’indagine commissionata dalle Confartigianato di Padova e di Vicenza al Dipartimento di Scienze Economiche e Aziendali “Marco Fanno” dell’Università degli Studi di Padova.

La ricerca

Nella nostra provincia, secondo i dati Inps, tra il 2011 e il 2020, la percentuale di imprenditori over 60 è salita di oltre 7 punti percentuali (+7,4%), mentre gli under 35 subiscono una decisa contrazione (-6,5%). Se nel 2011 la classe d’età più numerosa era rappresentata dagli imprenditori che avevano tra i 40 e i 44 anni (16,5%), nel 2020 la fascia più consistente era quella tra i 50 e i 54 anni (17,3%). Un dato, quello che riguarda gli imprenditori, in linea con le tendenze che si registrano in provincia, riguardanti l’età media, aumentata dal 2002 al 2021 da 41,6 a 45,6. In costante crescita è anche l’indice di vecchiaia, passato dal 133.5 del 2002 al 181,7 del 2021. Attualmente, in provincia di Padova, le persone con una carica (amministratori, soci e titolari di imprese artigiane) sono 32.773. Gli over 50 sono 18.914, mentre gli under 50 sono 13.859. Un dato interessante si registra analizzando i segmenti estremi della tabella fornita dall’Ufficio Studi della Camera di commercio di Padova: gli over 70 sono 2.275, il doppio degli under 29, che si fermano a 1.126. «Gli imprenditori artigiani padovani nutrono particolare fiducia nel futuro – spiega Paolo Gubitta, professore di Organizzazione aziendale presso l’Università di Padova – Vorrei sottolineare un elemento davvero interessante: dallo studio emerge che la continuità non è più vista solo come una questione di famiglia. Entrano in gioco anche i collaboratori, segno che l’imprenditore veneto sta cambiando prospettiva e privilegia un atteggiamento pragmatico nei confronti della sua impresa e del futuro di ciò che ha costruito».

Il commento

«I numeri parlano chiaro: esiste un problema generazionale che ci dobbiamo porre se vogliamo che il nostro tessuto imprenditoriale regga anche nei prossimi decenni – spiega il presidente di Confartigianato Padova Roberto Boschetto – La notizia positiva è che registriamo un cambio di rotta nella mentalità dei nostri imprenditori che sono ora disposti a considerare, non solo la classica continuità di impresa con i figli, ma anche soluzioni più inaspettate come quella dell’impresa rigenerata. Ora, però, servono strumenti adeguati che consentano agli imprenditori disposti a cedere la loro impresa ai collaboratori, di poter concretizzare nel migliore dei modi questo passaggio».

Il progetto

Durante l’estate 2021, l’assessore regionale al Lavoro Elena Donazzan e le parti sociali hanno avviato una collaborazione per arrivare a uno schema di protocollo per supportare le aziende in mano a leader che vorrebbero trasferire la proprietà dell’impresa, ma non avendo eredi e non trovando compratori, rischiano di dover chiudere i battenti. L’idea è quella di utilizzare lo schema del Workers Buyout, cioè l’acquisizione della proprietà dell’impresa da parte delle maestranze, non solo come ultima istanza a fronte di crisi aziendali irreversibili, ma in via anticipata, quando l’azienda è ancora sana. Per garantire un passaggio di testimone nell’impresa artigiana, Confartigianato fa una proposta chiara: «Estendere il protocollo in via di definizione anche ai casi in cui ad essere interessate ad acquisire la proprietà dell’impresa siano le persone con rilevanti ruoli manageriali o tecnici, che intendono farlo individualmente o in piccoli team, ma non necessariamente in forma cooperativa – spiega Boschetto – ma con strumenti più adatti all’artigianato. Il lavoro da fare oggi è scendere di scala, adeguando strumenti che esistono già alle piccole dimensioni delle nostre aziende». C’è poi un problema di risorse finanziarie e di strumenti fiscali: «Chi ha le competenze per rilevare l’azienda deve essere in grado di farlo – precisa Tiziana Pettenuzzo, segretario generale di Confartigianato Padova– Sul tema della liquidità facciamo appello alle banche e a fondi di rotazione. Servono poi forme di flessibilità del prestito. Per favorire il processo di passaggio, bisogna introdurre misure di transizione che consentano le opportune agevolazioni fiscali. Sono necessari anche strumenti per allineare le competenze di chi acquisisce e più in generale, serve un piano di comunicazione istituzionale per promuovere l’uso di questi nuovi strumenti. I nostri imprenditori hanno raccontato molto bene, nelle interviste realizzate nei mesi scorsi, il loro bisogno di una serie di servizi e consulenze per essere accompagnati nella fase del passaggio del testimone e la nostra associazione è già pronta ad affiancarli».

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