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Economia

Crescono i concordati nei tribunali veneti

I giovani commercialisti ed i giudici di Padova, Treviso e Venezia uniti a confronto sulle prassi e sugli aspetti critici relativi all’utilizzo del concordato

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di PadovaOggi

Si incontreranno venerdì pomeriggio 9 maggio a Mestre - presso sala convegni dell'Hotel Russot di via Orlanda - i giudici delle sezioni fallimentari dei Tribunali di Padova, Treviso e Venezia, per relazionare al convegno organizzato dalla Unione dei Giovani Dottori Commercialisti Esperti Contabili delle medesime province, "Il concordato preventivo, aspetti critici e confronto tra le prassi nei Tribunali del Veneto".

Dati alla mano, complici sia la crisi sia l'introduzione, avvenuta a fine 2012, del "concordato in bianco" o con riserva, le procedure concordatarie hanno avuto una decisa impennata:

Tribunale

Fallimenti 2012

Fallimenti 2013

Concordati 2012

Concordati 2013

Padova

204

306

115

135

Treviso

217

273

45

65

Venezia

204

197

47

77

Fonte Tribunali di Padova, Treviso, Venezia.

"Permane una situazione di grande emergenza - Osserva il giudice Caterina Santinello, Magistrato Coordinatore del settore commerciale procedure concorsuali e esecuzioni immobilari del Tribunale di Padova - come dimostra l'aumento continuo delle istanze di fallimento anche nei primi mesi del 2014 per cui le istanze fallimento sono state 260, i fallimenti dichiarati 118, e le istanze di concordato preventivo 28, e gli interventi legislativi in materia non risolvono a fondo il problema."

"Fortunatamente - continua Santinello - all'utilizzo spesso abusivo e strumentale dell'Istituto del concordato, hanno posto un freno le ultime modifiche introdotte dal decreto del fare nell'agosto dello scorso anno ed in particolare l'intensificazione degli obblighi informativi e la possibilità della nomina del pre-commissario già nella fase del concordato in bianco.

In particolare per quanto riguarda il Tribunale di Padova abbiamo adottato la prassi di nominare sempre e con tempestività il pre-commissario, per cui grazie alla sua attività di controllo ed alla richiesta di fondo spese per la procedura a carico del ricorrente, che varia da un minimo di € 2.500,00 ad un massimo di €20.000,00 a seconda dell'importanza e della complessità che si prospetta della procedura, siamo riusciti a contenere il numero di istanze prive di serietà o in molti casi in frode ai creditori."

Non migliora la situazione a Treviso dove "la stragrande maggioranza dei concordati - commenta il giudice Antonello Fabbro, Presidente della sezione Fallimentare del Tribunale di Treviso - sono con riserva: circa l'85% dei casi. In molti casi, più di 1/3, la domanda di concordato con riserva è stata presentata in pendenza di una procedura prefallimentare. In un numero consistente di casi, circa il 15-20%, il debitore non è riuscito a rispettare i termini per la presentazione degli atti e dei documenti. In un parte assai consistente, circa il 20% dei casi, il Concordato Preventivo, sebbene ammesso, non è stato omologato. In tutti questi casi è seguito il fallimento.

"Nella metà o poco meno dei casi in cui è avvenuta la nomina del Commissario Giudiziale - continua Fabbro - quest'ultimo ha riscontrato criticità o particolari problematiche nel piano; nell'80% dei casi tali problemi riguardavano la fattibilità, materiale o giuridica del piano. In circa il 33% dei casi (1/3) sono state rilevate criticità nell'attestazione del piano. A Treviso non abbiamo ancora Concordati Preventivi chiusi. Nel 25% circa delle procedure si sono già verificati ritardi nella cessione dei beni; in molti casi (circa il 70%) sono stati segnalati problemi nell'incasso dei crediti o per contenziosi non definiti (30%). Solo in pochi casi (circa il 15%) è prevista una rapida chiusura della procedura. In un paio di casi si ritiene che vi sia stato abuso dello strumento. Altre criticità o particolarità rilevate sono: la difformità tra piano e attestazione: 2 casi; Concordato Preventivo con continuità parziale: 2 casi; Concordato Preventivo con continuità: 7 casi; carenze gravi nell'attestazione: 5 casi."

"In un numero consistente di casi - conclude Fabbro - vi sono fondati motivi per ritenere che il Concordato Preventivo con riserva venga surrettiziamente utilizzato per ritardare la dichiarazione di fallimento. Prevalgono, come numero, le procedure liquidatorie, che sono un'alternativa al fallimento, ma nella maggior parte dei casi non conducono ad esiti sostanzialmente diversi dalla procedura fallimentare."

Anche a Venezia c'è stato un forte aumento delle procedure concordatarie, considerato che "il concordato preventivo - secondo il giudice Roberto Simone, Magistrato della Sezione Fallimentare del Tribunale di Venezia - può essere richiesto anche in presenza di una situazione di insolvenza, deve concludersi che il bilancio complessivo di insolvenze nel circondario ha subito negli ultimi anni un significativo incremento. Resta da considerare quanta parte dei concordati riesca nell'intento di assicurare un livello di soddisfazione dignitoso per i creditori, tenuto conto che si tratta di procedure davvero onerose per l'istante, pur dovendosi prendere atto che l'obiettivo di policy del legislatore è cercare di favorire la prosecuzione dell'attività.

I lavori del convegno saranno avviati dai saluti dei tre Presidenti dell'UGDCEC Davide Iafelice (Padova), Manuela Salvestrin (Treviso) e Luca Spolaore (Venezia) e moderati da Giovanni Rubin - componente della Giunta Nazionale dell'Unione Giovani Dottori Commercialisti Esperti Contabili.

Il convegno risponde all'esigenza di avviare un confronto tra le prassi vigenti nei Tribunali delle tre province di Padova, Treviso e Venezia, favorendo la loro divulgazione fra i dottori commercialisti che si apprestano ad avere un ruolo all'interno di una procedura concordataria. In particolar modo - sottolinea Davide Iafelice Presidente dell'Unione Giovani Dottori Commercialisti Esperti Contabili di Padova - i giovani commercialisti sono in prima linea anche nella gestione della crisi d'impresa e artefici di un confronto tra i Tribunali, che possa portare delle best practices a beneficio di tutti i colleghi.

Il concordato preventivo dovrebbe essere una procedura destinata al risanamento aziendale, ma le riforme, sino a questo momento, non sono riuscite a rendere questo proposito pienamente attuato. In questo senso siamo ancora ben lontani - continua Iafelice - da una reale conclusione dell'iter di riforma strutturale della disciplina della crisi d'impresa, che dovrebbe essere peraltro armonizzata a livello comunitario/europeo."

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