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Economia

Crisi, 2012 nero per l’industria padovana, la produzione cala del 4,7%

Il quarto trimestre dello scorso anno ha registrato una contrazione che riguarda tutto il manifatturiero: le vendite in Italia crollano del -7.8% e pesa anche la debolezza dell'Eurozona

Un altro anno nero quello appena archiviato dall’industria padovana. Il 2012 ha avuto una coda avvelenata e nel quarto trimestre non si arresta la caduta dell'attività produttiva, seppure più contenuta. Pesa la depressione della domanda interna, mentre l'export risente la debolezza dell'Eurozona. Pesa nelle previsioni la sfiducia dovuta all'incertezza anche politica, anche se qualche segnale positivo c’è.

I DATI. Nel quarto trimestre 2012 l'indice della produzione industriale registra una flessione del -5,8% rispetto allo stesso periodo del 2011, che nella media del 2012 porta il calo tendenziale della produzione al -4,7%. La contrazione riguarda tutti i comparti del manifatturiero e soprattutto le imprese con oltre 50 addetti. Tra ottobre e dicembre gli ordini scivolano del 6% su base annua e per il 37,4% delle imprese la visibilità sugli ordini non arriva a un mese. Brusca caduta delle vendite in Italia, pari al -7,8%. Dopo il calo nel terzo trimestre (non accadeva dal 2009), le vendite all'estero rimangono pressoché stabili (-0,3%, ma -2,8% nelle imprese maggiori), appesantite dalla recessione dell'Eurozona (-2,7% le vendite Ue), mentre crescono le vendite sui mercati extra europei (+3,1%).

L’OCCUPAZIONE. Il continuo calo dei livelli produttivi preme sull'occupazione che arretra del -1,7% su base annua. La flessione è più marcata nelle imprese oltre 50 addetti (-3%) e nel metalmeccanico (-2,7%). Stabile il ricorso ai contratti a tempo indeterminato, pari al 27,2% delle nuove assunzioni, aumenta di dieci punti il tempo determinato (58%), si riduce l'interinale (14,8%).

LA PREVISIONE. La previsioni per il primo trimestre 2013 restano nel complesso negative, tuttavia si delineano segnali di aggiustamento e attenuazione della fase recessiva. La produzione è attesa in crescita dal 16,1% delle aziende, in calo dal 30,6%: il saldo di opinione risale da -29 a -15. Migliorano, ma restano decisamente negative, le attese sugli ordini interni. Recupero di fiducia per la domanda estera, in aumento per il 27,7%, giù per il 14,7. Il 68,2% giudica stabili le prospettive dell'occupazione. L'incertezza del ciclo economico e anche politica per l'esito del voto, suggerisce prudenza negli investimenti, previsti nei prossimi dodici mesi dal 59,5% delle aziende. Sale al 20,9% la quota di chi aumenterà gli impieghi, il 35,1% li manterrà stabili. Prevalgono gli investimenti in innovazione, sostituzione di impianti, ricerca e sviluppo.

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