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Economia

«Non si può parlare di vero rilancio senza misure concrete per sostenere gli investimenti pubblici»

Cazzaro (Ance Padova): «Ormai sono passati due mesi dall’inizio della crisi e ancora non c’è traccia di veri snellimenti e di interventi decisivi per alleggerire la zavorra burocratica»

«Non si può parlare di vero rilancio dell’economia senza misure concrete per sostenere gli investimenti pubblici e per le imprese che devono realizzarli»: questo il commento di Mauro Cazzaro, presidente di Ance Padova, riguardo al Decreto Rilancio approvato dal Consiglio dei Ministri il 13 maggio scorso e il cui testo definitivo non è ancora noto.

Appalti pubblici

Denuncia Cazzaro: «Apprendiamo che è stato stralciato dal decreto tutto il capitolo degli appalti pubblici, comprese le misure per accelerare gli investimenti e per garantire pagamenti regolari alle imprese. Si tratterebbe peraltro di un dietrofront inspiegabile da parte del Governo: sono settimane che ripete all’unanimità che per far crescere l’economia occorre pensare a un grande piano di sviluppo e di manutenzione infrastrutturale, accelerando procedure e sbloccando risorse incagliate da anni. Ogni giorno di ritardo dei provvedimenti di sblocco si traduce in mesi di ritardo per interventi sul territorio». Nell’ultima bozza del decreto sono infatti uscite norme importanti come lo sblocco del contratto di programma di Anas e Rfi che è incagliato da due anni e mezzo con cospicue risorse per la manutenzione stradale e ferroviaria, così come sarebbe saltata una norma che consentirebbe alle stazioni appaltanti di pagare subito alle imprese i lavori svolti finora per evitare che vadano a corto di liquidità, come peraltro suggerito anche dall’Anac visto il rischio per migliaia di imprese di fallire e diventare facili prede del malaffare. Prosegue il presidente dei costruttori padovani: «Ci dicono che queste norme dovrebbero rientrare nel prossimo Decreto Semplificazione. Abbiamo cominciato a contare i giorni perché ormai sono passati due mesi dall’inizio della crisi e ancora non c’è traccia di veri snellimenti e di interventi decisivi per alleggerire la zavorra burocratica».

Sicurezza e costi

Inoltre Cazzaro segnala un ulteriore problematica di grande peso per tutti gli imprenditori, ovvero quello relativo ai nuovi costi strutturali legati al tema sicurezza. «L'edilizia non può sopportare da sola gli oneri imposti dall'introduzione delle necessarie misure di sicurezza, dall'allungamento dei tempi dei lavori (e quindi dei costi) e dal rischio che, in base alle norme Inail che andrebbero modificate, un caso di Coronavirus in cantiere sia considerato sempre infortunio sul lavoro, con le conseguenti procedure penali che escluderebbero l'impresa dalle commesse pubbliche». Rispetto al DL Rilancio, Ance Padova reputa positiva la conferma sia dell’ecobonus che del sismabonus con l’annuncio dell’aumento al 110% per lavori come: il rifacimento del cappotto termico, la sostituzione delle caldaie condominiali e il rifacimento degli impianti e riscaldamento e climatizzazione, gli interventi strutturali antisismici. Sono lavori necessari, considerato lo stato di anzianità del patrimonio immobiliare italiano. Questi incentivi sono prima di tutto un aiuto alle famiglie e ai condomini per riqualificare in chiave di sicurezza ed efficientamento energetico le proprie abitazioni. Si tratta di bonus che vanno nella direzione – che noi indichiamo da tempo – della sostenibilità ambientale e dei minori consumi (oltre che inserirsi perfettamente nella visione europea del Green New Deal). L’arco temporale di validità del bonus - dal primo luglio 2020 al 31 dicembre 2021 - sembra tuttavia molto limitato. La ripartenza infatti sarà estremamente lenta e incerta e le famiglie saranno prudenti e tenderanno più a risparmiare che ad investire. Per questo sarebbe utile allungarlo a tutto il 2022» Da valutare positivamente anche la norma che prevede la possibilità da parte delle famiglie di cedere il credito d’imposta del bonus a banche, istituti finanziari o alle stesse imprese realizzatrici, che poi compenseranno con il fisco. Questo permetterà anche alle fasce di reddito più basse di programmare importanti lavori di ristrutturazione in ottica di una migliore sicurezza e qualità abitativa.

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