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Economia

Dipendente della Candeo licenziato ingiustamente: reintegrato dal giudice del lavoro

Il giudice Francesco Perrone ha accertato l’illegittimità del licenziamento impugnato condannando la società a reintegrare il dipendente riconoscendogli un risarcimento del danno non inferiore a 5 mensilità rivalutati con tutti gli interessi di legge

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di PadovaOggi

Diego Mason era, ed è tornato ad essere, un dipendente della Ditta Agostino Candeo S.r.l. ramo espurghi. Diego ha 39 anni, due bambini piccoli. La sua è una famiglia monoreddito. Diego ha lavorato 5 anni della sua vita per Candeo. Questa azienda non ha mai apprezzato la presenza del sindacato e, in generale, non è mai parsa molto aperta al confronto risultando persino difficile fare assemblee in ditta.

I primi problemi di Diego nascono del 2009 quando ha l’ardire di porre alcuni interrogativi sui temi della sicurezza in ordine alla pulizia dei silos del petrolchimico di Marghera. Alle sue rimostranze l’azienda risponde con provvedimenti disciplinari impugnati, poi le cose sembrano calmarsi per un periodo. Quest’anno Diego è costretto a utilizzare prima ferie e poi un periodo di aspettativa per assistere un genitore, purtroppo, giunto alla fase terminale di un male incurabile.

Al rientro al lavoro le cose sembrano cambiare. L’azienda afferma di avere meno lavoro, alcuni dipendenti sarebbero stati licenziati senza tanti complimenti, ed a Diego affidano un nuovo mezzo, più complesso, e nuove gravose mansioni. Diego deve compiere anche sei viaggi in un giorno, centinaia di chilometri, con operazioni di carico e scarico condotte anche da solo e, per essere produttivo, deve stare nei tempi che l’azienda detta. Diego corre più che può, conducendo un mezzo pesante e potenzialmente pericoloso, non si ferma neanche a mangiare, ma non riesce a stare in quei tempi.

Partono numerose contestazioni disciplinari in cui l’azienda punta l’indice contro Diego accusandolo di essere “poco produttivo”, mirando, come i fatti dimostreranno, al licenziamento a prescindere da ogni discussione di merito poiché si è permesso di mettere in evidenza le difficoltà riscontrate anche in ordine alla sicurezza dei mezzi condotti.

Diego è rappresentante sindacale aziendale. L’azienda non riconosce il ruolo sindacale e nega le agibilità sindacali, nonostante un diffida ricevuta anche da un nostro legale. Vengono discusse alcune contestazioni disciplinari, l’azienda non attende neanche di affrontarle tutte e manda a Diego, a luglio del 2012, una lettera di licenziamento in tronco. Naturalmente la CGIL ha impugnato quest’atto gravissimo ed ora il giudice del lavoro ha fatto giustizia!

Infatti, su patrocinio per la CGIL dell’Avvocato Silvia Vettori, il Giudice dr Francesco Perrone, con ordinanza del 29.11.2012 ha accertato l’illegittimità del licenziamento impugnato condannando la società Candeo a reintegrare il dipendente riconoscendogli un risarcimento del danno non inferiore a 5 mensilità rivalutati con tutti gli interessi di legge. Inoltre la ditta Candeo è stata condannata al pagamento delle spese legali di 3000 euro più IVA. Si tratta di una vittoria importante. Ora Diego si è preso un periodo di riflessione sta valutando l’opportunità di rientrare in un ambiente certamente ostile non per sua colpa, anzi. Reputiamo che ciò debba però valere come monito per tutti quei datori di lavoro che presumono di poter ignorare se non calpestare diritti fondamentali e sacrosanti.

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