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Economia

Dall'Aglio (Confartigianato): «Positiva la flat tax a 85mila euro, ma servirà attenzione»

«Da una stima realizzata dalla nostra società di servizi, con le nuove regole introdotte dalla Legge di Bilancio, potrà accedere al regime forfettario l’8% in più delle imprese iscritte a Confartigianato»

«Da una stima realizzata dalla nostra società di servizi, con le nuove regole introdotte dalla Legge di Bilancio, potrà accedere al regime forfettario l’8% in più delle imprese iscritte a Confartigianato. Si tratta di una novità positiva, bisogna verificare però che la scelta sia davvero conveniente»: la precisazione arriva dal Presidente di Confartigianato Imprese Padova Gianluca Dall’Aglio, che ha analizzato i dati che riguardano le ditte amministrate dall’associazione di categoria. In base ai numeri relativi al 2021, le aziende che potevano accedere al regime forfettario con il limite dei 65mila euro erano il 62% del totale delle ditte individuali. Con l’innalzamento della soglia a 85mila, potrà accedervi il 70% del totale.

Flat tax incrementale

«L’effetto benefico dell’incremento a 85mila euro della soglia di ricavi per poter rientrare nel regime forfetario, va valutato caso per caso. Vi sono diverse attività che, per non rinunciare alle deducibilità dei costi che sostengono e alla detraibilità dell’IVA, probabilmente continueranno ad usare i regimi ordinari di imposta. Così come coloro che hanno delle importanti detrazioni da recuperare, per esempio per lavori edili eseguiti sulla propria abitazione, che con il regime forfetario perderebbero». Secondo le bozze della manovra in circolazione, se non fosse poi rispettato il limite dei ricavi, si uscirebbe dal forfait, con la conseguente necessità di applicare l’IVA sulle fatture emesse, già dal giorno dopo lo sforamento del limite degli 85.000 euro e non più dall’anno successivo. Positivo - sottolinea Dall’Aglio - il tentativo di alleggerire le imposte su coloro che incrementano il proprio reddito nel 2023, rispetto al più alto fra quelli realizzati tra il 2020 ed il 2022. La cosiddetta “flat tax incrementale” che permette di applicare, al posto delle ordinarie aliquote Irpef a scaglioni, un 15% sulla parte di reddito in eccedenza. Potrebbe rivelarsi utile per molte delle nostre imprese che, grazie ai bonus edilizi, hanno visto i propri redditi aumentare nell’ultimo triennio. Peccato che le previsioni per l’anno prossimo, vista anche l’ennesima serrata sugli incentivi esistenti ad opera del decreto aiuti quater, non fanno pensare ad un ulteriore consolidamento degli ultimi risultati raggiunti». Volendo simulare dei possibili benefici, per un installatore di impianti elettrici che ha realizzato nel 2020 30.000 euro di reddito, nel 2021 50.000 euro e nel 2022 60.000 euro, magari proprio grazie al superbonus, e che nel 2023 totalizzerà 70.000 euro di reddito, l’applicazione della flat tax incrementale potrebbe fargli risparmiare più di 2.500 euro di minori imposte da versare. Diversamente, con un esito più basso per il 2023, ad esempio, di 40.000 euro, non beneficerebbe di alcuna imposta ridotta.

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