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Imu, allarme Confindustria padova. Zaia: “Colpire ancora le imprese equivale a un harakiri”

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di PadovaOggi

“Capisco e condivido le preoccupazioni del presidente Pavin sull’impatto estremamente negativo che può avere sulle aziende l’applicazione dell’Imu 2013. Ho più volte evocato io stesso l’immagine delle imprese ‘usate’ come dei bancomat, ma se il Governo continua a operare con le logiche e le modalità degli ultimi anni, quelli che i nostri territori stanno patendo non sono solo dei prelievi, pur sempre vergognosi e inaccettabili, ma una intollerabile operazione di esproprio su vasta scala, che impoverisce la nostra regione nel suo complesso: cittadini, aziende, famiglie e amministrazioni locali”. Lo afferma il presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, commentando il grido d’allarme lanciato da Massimo Pavin, presidente di Confindustria di Padova, che, a seguito di una stima del gettito Imu sui fabbricati a uso produttivo nella provincia patavina, ipotizza una stangata di 74 milioni di euro che le imprese dovrebbero pagare e che equivale a un aumento dell’82% di quanto versato dalle stesse nel 2011 ai tempi dell’Ici.

“Quella a cui Roma costringe è un’assurda guerra tra poveri – sostiene Zaia –: da una parte gli Enti locali costretti dai tagli dello Stato ad aumentare le aliquote delle imposte per sopravvivere e garantire ai cittadini i servizi essenziali, dall’altra un sistema produttivo su cui si basa la nostra economia, che garantisce occupazione e che tanto ha dato e continua a dare all’erario, ma viene ulteriormente tartassato al punto da metterne in discussione l’esistenza. E’ un’angheria su vasta scala, perpetrata ai danni di tutte le componenti di una regione, di un territorio, di una comunità che, come testimoniano gli indicatori, i dati e le stime, si colloca ai primi posti del nostro Paese per forza produttiva, per competitività a livello internazionale, per capacità innovativa, per correttezza e lungimiranza nella gestione della cosa pubblica, per qualità dei servizi erogati alla cittadinanza”.

“Che fine hanno fatto i nostri soldi? – conclude Zaia – Dove sono finiti i 21 miliardi che il Veneto lascia nelle casse centrali? Questo Governo e questo Parlamento sono sempre più distanti dai cittadini, sempre più autoreferenziali e incapaci di rispondere al reale bisogno di cambiamento e di sviluppo dell’Italia: si devono decidere a realizzare quelle riforme che sono il presupposto ineludibile per uscire dalla crisi, assumendo finalmente a modello quelle realtà che si sono fatte carico fino a oggi di ‘tirare la carretta’ e smettendola di alimentare quei pesi morti che rischiano di trascinare tutto e tutti nel baratro”.

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