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Economia

Irrigazione, sospese le limitazioni. Coldiretti: «Ascoltata la nostra richiesta»

La pratica irrigua fortemente ridimensionata metterebbe a rischio tutte le coltivazioni già alle prese con le variazioni del clima che portano ad annate siccitose con lunghi periodi di assenza di pioggia

Un anno fa Coldiretti aveva lanciato l’appello, rivolgendosi alla Regione per salvare l’irrigazione nelle campagne insieme alle coltivazioni e tutelare fiumi come il Brenta, l’intera fascia delle risorgive insieme alle falde acquifere, chiedendo sulla norma del “deflusso ecologico”, una disposizione europea che rischiava di impoverire la pratica irrigua e provocare danni all’agricoltura e all’ecosistema di territori come l’Alta Padovana, soprattutto a fronte di periodi sempre più ricorrenti di siccità. Ora da Roma arriva la notizia dell’approvazione dell’emendamento, nell’ambito del decreto energia, che rinvia l’applicazione della nuova misura e dispone, entro dicembre 2024, nuove sperimentazioni per tutelare lo stato di salute dei corsi d’acqua.

Acque

«E’ un risultato importante e atteso, frutto di un lungo lavoro di confronto e sensibilizzazione condotto da Coldiretti insieme con Anbi, l’associazione nazionale che rappresenta i consorzi di bonifica. – spiega Massimo Bressan, presidente di Coldiretti Padova – Più di un anno fa avevamo sottoposto il problema alla Regione, per valutare le giuste deroghe alla Direttiva Quadro delle Acque, la norma europea che prevedeva l’introduzione del “deflusso ecologico». Un aspetto che riguarda da vicino centinaia di agricoltori della nostra provincia, in particolare dell’Alta Padovana, attraversata dal fiume Brenta, e di tutta la fascia delle risorgive, ma interessa anche chi si trova lungo l’asta dei principali fiumi. All’epoca avevamo messo in guardia contro le conseguenze che questo provvedimento avrebbe provocato sulle pratiche irrigue, soprattutto nei periodi di siccità. Un anno dopo ci troviamo per l’appunto a dover far fronte ad una grave carenza idrica e il deflusso ecologico avrebbe rappresentato un serio problema. Come abbiamo sottolineato insieme ai Consorzi di Bonifica, l’impatto negativo imposto dai nuovi limiti in un contesto di cambiamento climatico sarebbe un danno per l’agricoltura.

Brenta

La pratica irrigua fortemente ridimensionata metterebbe a rischio tutte le coltivazioni già alle prese con le variazioni del clima che portano ad annate siccitose con lunghi periodi di assenza di pioggia. Va preservato il benessere dei nostri corsi d’acqua insieme a quello dell’agricoltura che nel nostro territorio produce cibo di qualità. Da parte nostra confermiamo l’impegno per individuare insieme ai tecnici tutti gli opportuni interventi per tutelare l’attività irrigua e agricola in vaste aree bagnate da fiumi come il Brenta. Le dinamiche vanno analizzate nel loro complesso perché interessano l’agricoltura, la produzione di energia, la fruizione turistica delle aree di montagna e di pianura e, in definitiva, tutta la cittadinanza.

Deroga

La sola deroga comunque non è sufficiente e c’è ancora molto da fare in questo senso. – conclude Bressan - Per risparmiare l’acqua, aumentare la capacità di irrigazione e incrementare la disponibilità di cibo per le famiglie è stato elaborato e proposto insieme ad Anbi un progetto concreto immediatamente cantierabile, che prevede la realizzazione di una rete di piccoli invasi con basso impatto paesaggistico e diffusi sul territorio, privilegiando il completamento e il recupero di strutture già presenti. L’idea è di realizzare laghetti, senza uso di cemento e in equilibrio con i territori, che conservano l’acqua per distribuirla in modo razionale ai cittadini, all’industria e all’agricoltura, con una ricaduta importante sull’ambiente e sull’occupazione”.

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