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Giovedì, 25 Aprile 2024
Economia

Moda, il comparto fattura 3 miliardi di Euro ma serve manodopera specializzata

Le piccole imprese fino a 5 addetti, rappresentano quasi i tre quarti del totale

 Il settore moda è stato quello che ha subito l’impatto più pesante della crisi innescata dalla pandemia. Eppure, segnali positivi arrivano dalla fotografia scattata dalla società SdV per Confartigianato Imprese Padova. La ricerca è stata effettuata sulla realtà padovana attraverso due metodologie: l’analisi desk su dati Infocamere e l’analisi field su un campione di 400 imprese del sistema moda, operanti nella provincia di Padova.

Imprese

Sono oltre 4.800 le aziende appartenenti al comparto per un fatturato superiore ai 3 miliardi di Euro. Il settore numericamente più significativo è il tessile-abbigliamento che riunisce il 77,5% delle aziende e realizza il 57,8% del fatturato complessivo (1.812.000.000 di Euro). Segue il comparto calzaturiero che raggruppa il 9,8% delle imprese, producendo quasi il 40% del fatturato (1.231.000.000 di Euro). I sarti, nella nostra provincia, sono 361 e realizzano l’1,7% del fatturato, mentre le pulitintolavanderie sono 247 per un fatturato pari all’1,3% del totale. Sono le aziende con meno di 100 dipendenti a registrare il 76% del fatturato, mentre dal punto di vista geografico, la cintura urbana è la zona dove risiedono le aziende che costruiscono la maggior quota di fatturato sul totale (il 27,7%).

Comparto

All’interno del sistema moda c’è una discreta eterogeneità: ci sono grandi aziende, soprattutto nei comparti del calzaturiero e del tessile-abbigliamento e ci sono le piccole imprese, che costituiscono, come in altri settori dell’economia locale, la maggioranza del tessuto produttivo. Infatti, le piccole imprese fino a 5 addetti, rappresentano quasi i tre quarti del totale.

Ricerca

Il livello di digitalizzazione è di tutto rispetto: quasi 2 aziende su 3 utilizzano i social network (Facebook, LinkedIn, ecc.), più della metà possiede un proprio sito web, circa il 40% utilizza un software gestionale e quasi 1 azienda su 5 utilizza anche l’e-commerce per vendere i propri prodotti. Il 36,6% ha attuato o intende attuare a breve azioni per la sostenibilità ambientale. Il 38,7% è un’impresa femminile (si parla di aziende che hanno almeno il 60% di donne socie oppure di società di capitali le cui quote e componenti degli organi di amministrazione siano per almeno i due terzi donne). Il 13% sono imprese giovanili (aziende la cui partecipazione del controllo e della proprietà è detenuta in prevalenza da persone di età inferiore ai 35 anni).

Profilo

«Il profilo medio è assolutamente interessante e confortante in un’ottica di sviluppo – spiega Antonio Vianello, fondatore e titolare di SdV-. I dati emersi sono incoraggianti, anche nell’ottica delle principali direttrici considerate oggi sul tema dell’innovazione. Quando si parla di twin transition, così come definita nell’ambito del PNRR, infatti, si parla essenzialmente di sostenibilità e di digitalizzazione. Se il 36,6% delle imprese del settore Moda di Padova e provincia ha attuato o intende attuare a breve termine azioni per la sostenibilità ambientale e il grado di digitalizzazione è ricco sui diversi versanti monitorati dalla ricerca (social, sito, software gestionale, e-commerce), significa che il Sistema Moda di Padova e provincia si sta evolvendo in modo soddisfacente». Le aziende che hanno effettuato investimenti prima della pandemia, in media sono anche le aziende impegnate sul fronte della sostenibilità aziendale.

Giovani

Inoltre, dai dati emerge una maggiore inclinazione delle imprese giovanili di effettuare scelte green e accedere ai bandi pubblici. «Valutiamo con molto interesse il fatto che le imprese giovani siano quelle più orientate alla twin transition – spiega Katia Pizzocaro, Presidente del Sistema di categoria Moda di Confartigianato Imprese Padova-. Questa spinta va sostenuta, sia per quanto riguarda gli investimenti sul fronte della digitalizzazione che possono favorire lo sviluppo del settore, sia sul fronte dell’ecosostenibilità che deve diventare un ulteriore elemento di valore aggiunto per i nostri prodotti. Servono interventi mirati per le imprese o le filiere che intendono perseguire obiettivi di produzione ecosostenibile, ad esempio legata all’analisi del ciclo vita dei prodotti, potrebbe essere una spinta positiva in tal senso. L’economia circolare deve diventare un ulteriore elemento distintivo del Made in Italy, anche in provincia di Padova».

Formazione

«Per rilanciare il settore è necessario dare risposta al problema della mancanza di manodopera specializzata – spiega Pizzocaro -. In provincia di Padova, secondo i dati diffusi dal Sistema informativo Excelsior, Unioncamere e Anpal – sono complessivamente 780 le figure professionali ricercate dalle aziende del comparto moda: 580 sono artigiani e operai specializzati nel tessile e nell’abbigliamento e 200 nel settore cuoio, pelli e calzature, con una difficoltà di reperimento di oltre il 60%. Per  favorire l’incontro tra domanda e offerta, alleggerire il peso del costo della formazione iniziale, è necessario arricchire gli strumenti di ingresso già esistenti come il tirocinio e il contratto di apprendistato, non sottovalutando il ricollocamento di persone mature che hanno perso il lavoro e che devono necessariamente riqualificarsi, riconoscendo il ruolo formativo dell’imprenditore che proprio nelle prime fasi spende molto del suo tempo per accompagnare il neoassunto nel suo percorso di introduzione».

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