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Economia

Estate calda per la moda artigiana, gli imprenditori padovani rinunciano alle ferie

Laura Dalla Montà, presidente del Sistema moda di Confartigianato: “Aumentano gli ordini ma scarseggiano gli operatori. Servono una seria attività di programmazione e percorsi professionali specializzanti”

L’economia del Nord-Est ha ingranato la marcia e, rispetto ad altre aree del Paese, sembra avere un’accelerazione maggiore. Se ne sono accorti anche gli imprenditori artigiani del variegato e dinamico settore della moda. Milleottocento imprese in provincia di Padova - per lo più specializzate nelle varie fasi di lavorazione conto terzi – che in questa calda estate si trovano con ordini importanti da smaltire e, in molti casi, a dover rinunciare alle ferie.

LA CRISI. “La ripresa economica - afferma Laura Dalla Montà, presidente del Sistema di categoria Moda di Confartigianato Padova - spiega solo in parte la situazione, che è invece il risultato di molteplici azioni, anche sindacali. In primis questi otto anni di crisi, sommati al periodo di delocalizzazione selvaggia, hanno ulteriormente assottigliato il numero di laboratori. Chi è rimasto è davvero un campione nel suo settore. Una selezione terribile che ha tirato fuori il meglio degli imprenditori e delle loro maestranze, le migliori del mondo senza alcun dubbio, ma oggi sottodimensionate rispetto alla richiesta. Il risultato delle varie ed insistenti azioni sindacali di Confartigianato nella valorizzazione del made in Italy, lotta al lavoro nero ed alla contraffazione, hanno oggettivamente portato un rientro di diverse lavorazioni (fenomeno del reschoring) che però si stanno accavallando mettendo in difficoltà non solo noi terzisti ma ovviamente tutta la filiera e i grandi marchi che non riescono a soddisfare a pieno le loro esigenze”.

I PREZZI. Ma un laboratorio tessile non si improvvisa ed ha bisogno di maestranze di altissimo livello: “Non è facile trovare il personale – continua Dalla Montà. Da una breve indagine tra i nostri soci sono emerse decine di posizioni scoperte che non si riesce a riempire”. Che fare allora? “Decenni di mare in burrasca ci hanno insegnato a non credere ad effimere quanto brevi schiarite – spiega il Presidente di Confartigianato Padova Roberto Boschetto. Gli imprenditori artigiani sono disposti ad investire in personale e macchinari, ma solo a certe condizioni: una accelerazione nell’aggiornamento dei percorsi professionali, ad esempio, in modo da avere personale all’altezza degli standard che dobbiamo garantire, ma non solo, le aziende committenti devono tornare indietro di un ventennio e riprendere una programmazione seria con la filiera. Il mordi e fuggi deve essere penalizzato. Ed infine va dato il giusto valore al nostro lavoro. I prezzi ed i tempi da “laboratori clandestini cinesi” vanno dimenticati. Noi lavoriamo nelle regole e con alti standard. Va riconosciuto. È necessario fare rete, dunque, con scuole e istituzioni. Solo così – conclude Dalla Montà - possiamo salvaguardare la qualità della nostra produzione e creare reali opportunità per il nostro territorio”.

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