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Mercoledì, 6 Dicembre 2023
Economia

Chiudono i negozi storici, crescono catene, alimentari e sartorie: la moda perde 52 attività

L'Osservatorio economico di Confesercenti Padova osserva le tendenze commerciali nelle principali vie del centro storico cittadino, analizzando i cambiamenti che avvengo nei tre settori del commercio al dettaglio, del turismo e dei servizi. Confronto 2010-2016

Chiudono i negozi storici. Crescono catene, firme grandi magazzini, negozi alimentari e servizi alla persona. Dal 2010, l'Osservatorio economico di Confesercenti Padova osserva le tendenze commerciali nelle principali vie del centro storico di Padova, analizzando i cambiamenti che avvengo nei tre settori del commercio al dettaglio, del turismo e dei servizi. L’analisi ilustra la situazione generale del 2016 e propone un confronto tra l'anno in corso e il 2010.

17 AREE COMMERCIALI. Allo scopo, sono state inidividuate 17 aree del commercio nel centro cittadino: nell'area 1, via San Fermo, largo Europa, via Emanuele Filiberto, via Davila, via Risorgimento, Galleria Borromeo, via Martiri della Libertà; nell'area 2, piazza Duomo, via Vandelli, via Barbarigo; nell'area 3, via Santa Lucia, via Breda; nell'area 4, via Altinate; nell'area 5, via Zabarella; nell'area 6, via San Francesco; nell'area 7, via del Santo; nell'area 8, via Cesare Battisti; nell'area 9, via degli Eremitani; nell'area 10, Ghetto; nell'area 11, via Dante; nell'area 12, Sotto il Salone, piazza Erbe, piazza della Frutta; nell'area 13, piazza dei Signori; nell'area 14, via Roma; nell'area 15, via Umberto; nell'area 16, via Cavour, via VIII Febbraio, piazza Garibaldi; nell'area 17, via Manin.

LA SITUAZIONE NEL 2016. In queste aree il totale delle attività è pari a 958, di cui 656 attività del commercio al dettaglio, 185 del turismo e 117 dei servizi. Nel settore del commercio al dettaglio, il comparto della moda è quello maggiormente numeroso, con 271 negozi. L’altro grande comparto è quello alimentare, con 110 negozi. Per quanto riguarda le restanti 275 attività, sono le gioiellerie le maggiormente numerose, con 46 negozi, a seguire i negozi di arredo e oggettistica per la casa, con 37 negozi. La zona "più chiusa" è quella di Galleria Borromeo, che su 13 spazi commerciali ne ha 5 chiusi, il 38%. Nel turismo, sono i bar gli esercizi più diffusi, con 94 attività. Seguono i ristoranti, 38, e i take away, 21 (creperie, piadinerie, pizza per asporto, kebab). Il settore dei servizi rappresenta il 12% delle attività presenti nelle aree analizzate: le agenzie immobiliari (con 30 attività) seguite dai parrucchieri (28 attività) sono quelle maggiormente numerose.

CONFRONTO 2010-2016. La situazione del 2016 è stata confrontata con quella rilevata nel 2010. In quell'anno, le aree d'indagine erano 15 (escluse via Manin, via Cavour, via VIII Febbraio e piazza Garibaldi), nell’area 1 non erano presenti via Davila e via Risorgimento e nell’area 2 non c'era via Barbarigo. Per cui il confronto è senza queste vie. Nel 2010, le attività presenti tra commercio, turismo e servizi erano 869, oggi nelle stesse aree sono 844, ovvero 25 in meno (-3%). Un dato che, se letto da solo, non crea grandi allarmismi, ma, andando a vedere settore per settore, le sorprese non mancano: nel settore del commercio al dettaglio (-8%) è il comparto moda ad avere la perdita maggiore con un -18% (-52 attività), l’intimo perde quasi il 50% dei negozi, 11 in meno in sei anni; segno positivo invece per il comparto alimentare, che registra un + 26%. Nel comparto turistico, in cui rientrano tutte le attività legate al turismo compresi i bar e la ristorazione, si assiste ad una crescita dell’8% (+13 attività). La crescita è tra le enoteche (+4), mentre perdono i bar (-5). Nel comparto dei servizi, l’exploit lo fanno le sartorie, aprono infatti 6 attività (+120% se pensiamo che nel 2010 erano 5 ed oggi sono 11 in tutto il centro storico). Le vie della "sartoria" sono via San Francesco (4) e il Ghetto (3), in quest’ultimo proviamo anche il numero maggiore di negozi di tessuti.

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