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Economia

Nuove tasse: tra mini Imu e Tasi un avvio di 2014 senza nessuna certezza

Ascom Confcommercio di Padova: “Non sappiamo più chi scrivere sulla lavagna tra i “buoni” e chi tra i “cattivi”

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di PadovaOggi

“Difficile distinguere chi possiamo scrivere sulla lavagna nella colonna dei buoni e chi scrivere nella colonna dei cattivi”. Alle prese con il tourbillon di annunci e contro annunci sulle tasse che faranno la loro comparsa in questo 2014, all’Ascom Confcommercio di Padova si stanno convincendo che, di fronte ai denari da incassare, veramente in pochi, a livello di amministrazione centrale o locale, siano in grado di scagliare la prima pietra.

“L’impressione – commenta il vicepresidente vicario dell’Ascom, Patrizio Bertin – è che ognuno si trinceri dietro le decisioni degli altri per giustificare le proprie. Se devo dire la verità, mi ha molto impressionato, in senso negativo, la richiesta dell’Anci di poter alzare l’aliquota Tasi dal 2,5 al 3,3 per mille. Ecco perché, a questo punto, non sappiamo più su chi poter fare affidamento per far capire che non è possibile insistere ulteriormente sulla leva delle tasse: imprese e famiglie non ce la fanno più a destinare all’erario statale o alle casse comunali soldi che, diversamente, potrebbero essere utilizzati con maggior profitto a livello di investimenti privati”.

Ma c’è di più. La confusione che regna sovrana a pochi giorni dalle scadenze (la mini Imu sarebbe in scadenza il prossimo 24 gennaio) fa sembrare ancora più odioso, se mai ce ne fosse il bisogno, il continuo appellarsi a nuovi balzelli. “I giornali di questa mattina – aggiunge il direttore generale dell’Ascom, Federico Barbierato – si sbizzarriscono a formulare ipotesi sulle possibili nuove tassazioni con Padova che comunque risulterebbe, in caso di adozione del 3,3 per mille, sempre ai livelli alti di tassazione”.

Nelle specifico, sul Corriere della Sera, si ipotizza per Padova una sesta posizione dopo Torino, Roma, Milano, Genova e Bologna con un prelievo di 589,90 euro per una casa di 120 metri quadrati in categoria A2 o un ottavo posto dopo Roma, Bologna, Torino, Milano, Bari, Genova e Firenze, con un prelievo di 286,81 euro per una casa di 80 metri quadrati in categoria A3” E’ pur vero, come cita il Sole 24 Ore, che nelle città dove l’Imu è stata alzata a suo tempo (e Padova è tra queste) si finirà, forse, per avere una Tasi più bassa, ma ciò non toglie che l’incertezza metta tutti nella condizione di essere preoccupati.

“In questo senso – evidenzia Barbierato – la mini Imu è un po’ la cartina di tornasole di un approccio alla tassazione che non avrebbe diritto di esistere in un Paese civile e che ci invita a porci una domanda: ma i 44 comuni padovani che saranno oggetto della mini Imu sono da additare come “cattivi” o “cattivi” erano quelli che l’avevano aumentata prima? E i “buoni” sono quelli che non hanno mai aumentato nulla o proprio per questo finiranno per essere penalizzati e con loro anche i loro cittadini?” Nel dubbio gli operatori economici propendono per un sano pragmatismo: aspettare che le bocce si fermino e che si capisca quanto, come e quando si dovrà pagare. “Chissà perché – chiosa Bertin – ma l’impressione è che qualche sorpresa sia ancora dietro l’angolo!”

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