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Nuovi voucher di difficile applicazione, Ascom: "In questo modo si favorisce il lavoro nero"

MArio Beltrame: "Di una cosa però devono rendersi conto i nostri governanti: il mondo dei servizi sta girando diversamente, i nostri clienti devono essere soddisfatti non in mesi ma in pochi minuti e le imprese non possono essere ostaggio di norme"

“Evidentemente i concetti di “tempo” e, soprattutto, di “urgente” per la pubblica amministrazione hanno significati diversi rispetto a quelli che hanno per noi comuni operatori economici”. Mario Beltrame, componente di giunta dell’Ascom, è un operatore della logistica alle prese con necessità di manodopera temporanee ma impellenti.

BUROCRAZIA. “Lunedì 24 luglio – racconta Beltramne - abbiamo effettuato un versamento all’INPS (tramite il previsto F24, dato che il promesso pagamento diretto on line non è stato ancora attivato) per un contratto di prestazione occasionale (ex-voucher, ora chiamato “PrestO” ma evidentemente non “BenE”). Come si sa, prima di poter far lavorare una persona bisogna avere costituito il “fondo cassa” presso l’INPS. Le istruzioni dell’Istituto, visibili on-line, dicono che l’importo diviene utilizzabile entro 7 giorni”. Oggi la (amara) sorpresa. “Siamo al 1° di agosto – continua Beltrame – ma l’importo non è ancora disponibile. Come spesso avviene in questo martoriato Paese al guinzaglio di una burocrazia onnipotente, la cosa è drammatica ma evidentemente non seria visto che chi intende muoversi nella legalità finisce per perdere lavoro a tutto vantaggio di soggetti “garibaldini” che pagano in nero e che di piattaforme e legalità se ne infischiano ottenendo, in questo, un vantaggio competitivo nei confronti di chi, pur contestandole, ritiene doveroso uniformarsi alle regole”. Si dirà: magari è solo una questione linguistica.

OSTAGGI DI NORME. “Per noi – riprende Beltrame - “esigenza improvvisa” ha un significato che non è quello della pubblica amministrazione. Di una cosa però devono rendersi conto i nostri governanti: il mondo dei servizi sta girando diversamente, i nostri clienti devono essere soddisfatti non in mesi ma in pochi minuti e le imprese non possono essere ostaggio di norme che, per paura, sono talmente “gonfie” di lacci e lacciuoli che finiscono per essere inapplicabili”. “Lo sfogo del collega Beltrame -chiosa il presidente dell’Ascom, Patrizio Bertin – è la rappresentazione di un mondo che gira a due velocità: da una parte ci stanno i grandi gruppi che nemmeno rispettano le scadenze imposte dalla legge (leggasi Airbnb che ha “saltato” la scadenza del 21 luglio “perché non in grado di fare i calcoli” dopo che mette il mondo in un’app) e dall’altro ci sono i piccoli imprenditori che non solo le scadenze le devono rispettare pena pesanti sanzioni, ma gareggiano con questi colossi correndo con la zavorra della palla al piede della vetero-burocrazia che si affiderà (male) anche alla rete ma resta ancorata ai vecchi criteri delle pratiche impilate sulle scrivanie “.

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