La peste suina mette in pericolo il mercato dei salumi
Veneto quarta regione produttiva con la quota del 6,8% del totale italiano. Coldiretti: «Basta cinghiali»
A causa della peste suina sono a rischio 20 miliardi di euro in salumi e decine di migliaia di posti di lavoro. L'allarme lanciato da Coldiretti, interessa anche il territorio regionale con le sue produzioni tipiche e di pregio come il Prosciutto Veneto Dop, la Sopressa Vicentina e il cotechino specialità che appartiene alla tradizione contadina veneta. È quanto afferma Chiara Bortolas presidente di Donne Impresa presente oggi a Roma per la manifestazione lampo organizzata in Piazza Santi Apostoli
Roma
La capitale è stata raggiunta da un nutrito gruppo di agricoltori, cittadini e allevatori di diverse regioni, tutti riuniti per chiedere di fermare l'invasione dei cinghiali: «Una calamità che diffonde la peste suina, distrugge i raccolti, aggredisce gli animali e causa incidenti stradali con morti e feriti - ha detto il Presidente Ettore Prandini - serve responsabilità delle Istituzioni per un intervento immediato e capillare di limitazione effettiva della popolazione dei cinghiali con abbattimenti in tutta Italia - ha continuato Prandini - la mancata azione di prevenzione oggi non permette più alcun rinvio».
Peste suina
«La peste suina - sostiene Coldiretti - compromette la sopravvivenza di 31 mila allevamenti italiani e una filiera che, tra salami, mortadelle e prosciutti, impiega circa 100 mila persone. "Le misure fin qui adottate o ipotizzate, dalle recinzioni elettrificate a piani di sterilizzazione, non hanno portato a risultati significativi sulla riduzione dei cinghiali" - denuncia Coldiretti, secondo la quale servono azioni più incisive, come gli abbattimenti, fondamentali per la sicurezza dei cittadini e la salute degli animali negli allevamenti». Attualmente le misure adottate in caso di ritrovamento di animali infetti prevedono abbattimenti cautelativi di maiali, vincoli al trasporto di animali e limitazioni alle esportazioni che hanno già causato la perdita da inizio anno di 20 milioni al mese. Dopo i casi individuati in Lazio, Piemonte e Liguria, la Coldiretti è preoccupata che la contaminazione portata dai cinghiali si estenda a regioni limitrofe dove si concentrano gli allevamenti di maiali e le produzioni più tipiche della salumeria Made in Italy.