Ponte San Nicolò, incidente mortale sul lavoro. Camani (PD): «Veneto ancora funestato. Il governo regionale è senza alibi»
La presa di posizione è della consigliera regionale del PD Veneto, Vanessa Camani, all'indomani del tragico incidente sul lavoro, accaduto presso un pollificio nel padovano
«Per l'ennesima volta il Veneto è funestato da una morte sul lavoro. Uno dei tanti, troppi drammi di fronte ai quali è nauseante la pantomima della politica di governo che si strugge, senza cambiare di una virgola questo sistema». La presa di posizione è della consigliera regionale del PD Veneto, Vanessa Camani. Questo all'indomani del tragico incidente sul lavoro, accaduto presso un pollificio di Ponte San Nicolò, dove un lavoratore interinale è rimasto schiacciato da un muletto. «Nell'esprimere il nostro profondo cordoglio, è al tempo stesso doveroso riconoscere il fallimento di chi ha il potere politico ed istituzionale. Non ci sono alibi che tengano, a partire da quello che derubrica le morti sul lavoro come emergenza nazionale e dunque vorrebbe sollevare da ogni responsabilità chi governa, peraltro con aspirazioni autonomiste, il Veneto. Se ognuno non fa la propria parte sarà impossibile arginare questa strage».
Le criticità sul tema sono numerose:«Se nel Veneto è incessante la scia di lavoratori che cadono sul campo, significa che nulla di quanto fatto finora è servito o è stato sufficiente. A partire dai controlli sui luoghi di lavoro e dall'evidente inadeguatezza del numero di addetti Spisal. Ma le inadempienze complici si nascondono anche laddove ci sono carenze nella formazione e un laissez faire nei confronti del lavoro nero così come di tutta una sfera occupazione legata all'interinale. Su queste e altre zone d'ombra l'istituzione regionale non può girare le spalle. Un sistema produttivo è sostenibile solo se è rispettoso della vita delle persone. Il numero spropositato dei morti non è giustificabile con la fatalità o la sfortuna». Le condizioni lavorative sono peggiorate, invece che migliorate, negli anni. E gli stipendi sono fermi. «In questo senso la battaglia per il salario minimo che ci vede impegnati come forza politica - conclude Camani - rappresenta un tassello per ridare certamente una minima dignità a chi lavora. Ma soprattutto vuole essere una delle possibili leve di cambiamento, per il ripristino di legalità e sicurezza laddove tragicamente manca. Nel Veneto questo compito spetta in misura rilevante a chi governa la Regione. Non esiste alibi che regga».