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Produzione in grosso calo o addirittura azzerata: la crisi senza fine del miele padovano

Secondo i primi dati elaborati da Cia, nel 2021 la produzione di miele di acacia si è addirittura azzerata, mentre la varietà millefiori ha registrato un -80%

Mutamenti climatici, cambiamento dell’ambiente rurale, inquinamento atmosferico. A queste croniche criticità che notoriamente mettono in difficoltà il comparto apistico si sono aggiunte le gelate tardive del 7 e 8 aprile scorsi, quando, nottetempo, nella Bassa Padovana e sui Colli le temperature toccarono i -7 gradi. Un evento rarissimo, che di fatto ha dato il colpo del definitivo ko al settore.

Miele

Secondo i primi dati elaborati da Cia, nel 2021 la produzione di miele di acacia si è addirittura azzerata, mentre la varietà millefiori ha registrato un -80%. Per la prima volta, però (l’unica buona notizia in un momento tanto drammatico), verranno ristorate tutte quelle aziende che si occupano della commercializzazione di miele e che in occasione delle brinate tardive hanno subito dei danni superiori al 30% rispetto alla produzione ordinaria. Tali finanziamenti rientrano nell’ambito del Fondo di solidarietà nazionale previsto dal decreto legislativo numero 102 del 29 marzo 2004, denominato “Interventi finanziari a sostegno delle imprese agricole”. A livello nazionale sono stati messi a disposizione 5 milioni di euro (54.743 gli apicoltori professionali presenti in tutta Italia, fonte Banca Dati Nazionale anagrafe apistica). In provincia di Padova, dove gli apicoltori sono 1.168, per un totale di 1.893 apiari, si stima l’arrivo di oltre 100.000 euro di contributi a fondo perduto. Andranno a ristorare fino all’80 % delle perdite rilevate da Avepa. Nei giorni scorsi, peraltro, la Giunta regionale ha approvato la “Proposta di declaratoria di eccezionale avversità atmosferica e delimitazione delle aree danneggiate dalle gelate eccezionali verificatesi nel mese di aprile 2021”; si tratta di un provvedimento propedeutico al fine di ottenere il seppur parziale ristoro dei danni subiti, anche alla luce delle istanze che Cia ha sottoposto nelle sedi competenti subito dopo la calamità. Un passaggio burocratico cruciale. Nel provvedimento sono individuati i Comuni veneti coinvolti dagli avversi eventi climatici di aprile, comparto apistico: dati alla mano, tutta la provincia di Padova è stata interessata dall’ondata di gelo.

Fondi

Commenta il direttore di Cia Padova, Maurizio Antonini: «Guardiamo con favore a questi fondi, che per la prima volta vengono trasferiti agli apicoltori che commercializzano miele, danneggiati da una calamità. Tuttavia, siamo consapevoli che si tratta solamente di una goccia in mezzo ad un mare di grosse difficoltà. Dai numeri in nostro possesso, pare che questa sia l’annata peggiore dal 1960 in poi. Chiaro che così diventa sempre più difficoltoso dare un futuro alla filiera, fondamentale per l’intero ecosistema». Fra i molti benefici, le api permettono il mantenimento della biodiversità, grazie all’impollinazione di numerose specie vegetali. Continua Antonini: «Oggi la produzione nazionale, e veneta, non è in grado di soddisfare la domanda interna. Motivo per cui il nostro Paese si è trasformato in un grande importatore di miele. Eppure, nonostante i tantissimi problemi, il comparto mantiene delle eccellenti potenzialità: la filiera stessa e le Istituzioni competenti sono chiamate a varare un piano straordinario di carattere strategico per un rilancio generale. Vi è una rinnovata consapevolezza in merito all’importanza delle api al fine di raggiungere un equilibrio naturale fra le diverse specie esistenti sulla Terra. Su questa sensibilità bisogna fare leva da qui ai prossimi anni per addivenire ad una vera sostenibilità e salvaguardia dell’ambiente».

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