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Giovedì, 25 Aprile 2024
Economia

“Difendiamo il nostro prosciutto di Montagnana contro l’invasione dei falsi”

Da Padova agricoltori e allevatori manifesteranno al passo del Brennero e a Reggio Emilia mercoledì e giovedì

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di PadovaOggi

Gli allevatori e gli agricoltori padovani mercoledì 4 e giovedì 5 dicembre, saliranno al Passo del Brennero insieme circa diecimila imprenditori della Coldiretti provenienti da tutte le Regioni, anche con i loro trattori per una nuova e massiccia mobilitazione, “La battaglia di Natale: scegli l’Italia” per difendere l’economia e il lavoro dalle importazioni di bassa qualità che varcano le frontiere per essere spacciate come italiane. Nei due giorni di presidio autobotti, camion frigo, container saranno verificati dagli agricoltori e dagli allevatori per smascherare il "finto Made in Italy" diretto sulle tavole in vista del Natale, all’insaputa dei consumatori per la mancanza di una normativa chiara sull’obbligo di indicare l’origine degli alimenti.

In collegamento diretto con il Brennero, mercoledì, nel centro della Food Valley italiana a Reggio Emilia altre migliaia di allevatori manifesteranno per salvare il vero prosciutto italiano assunto a simbolo della difesa del Made in Italy nei confronti delle imitazioni provenienti dall’estero. Uno scandalo che riguarda da vicino l’agricoltura padovana e un’eccellenza come il prosciutto il Montagnana, con il marchio Berico – Euganeo Dop, minacciato proprio dai falsi d’oltre confine. Da Padova, pertanto, mercoledì decine di agricoltori raggiungeranno Reggio Emilia insieme a diversi sindaci e amministratori padovani che sfileranno per le vie della città con la fascia tricolore e i gonfaloni, in segno di solidarietà con la battaglia di Coldiretti per il Made in Italy e la sicurezza alimentare. Nelle ore successive altri pullman, accompagnati dal Presidente Federico Miotto e dal direttore Walter Luchetta, partiranno alla volta del Brennero per il presidio della frontiera giovedì mattina.

Il prosciutto nostrano è danneggiato dai continui arrivi di cosce di maiale principalmente Germania, Olanda e Belgio. Si stimano oltre 40 milioni di pezzi ogni anno, pari a circa il quadruplo della produzione nazionale. E un prosciutto italiano su dieci viene prodotto in Veneto. E' un dato che evidenzia la dipendenza della nostra industria di trasformazione da materia prima che proviene da fuori confine e che troppo spesso viene italianizzata. In Veneto gli arrivi si concentrano nelle province di Padova, Trevisoe Verona, le stesse che guidano la classifica in termini di allevamenti e trasformatori. Per diventare prelibatezza, il suino italiano viene macellato a 160 kg, con un costo di allevamento ben superiore (circa il 20 per cento) a quello estero leggero. Il fatto è che il suino magro non dà prodotti di gran qualità, perché non è addolcito dalla marezzatura, è più salato, stopposo e coriaceo. Bisogna dunque spiegare ai consumatori che il prosciutto crudo magro buono non esiste e che sotto ogni punto di vista quello DOP è senz'altro migliore.

Ma non è solo il prosciutto ad essere minacciato. Attraverso il valico del Brennero giungono in Italia miliardi di litri di latte, cagliate e polveri, conserve di pomodoro, succhi di frutta concentrati e altri prodotti che, come dimostra il dossier elaborato dalla Coldiretti per l’occasione, stanno provocando la chiusura delle stalle e delle aziende agricole con la perdita di migliaia di posti di lavoro. Il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo guiderà il presidio che si svolgerà in stretta collaborazione con le forze dell’ordine presenti in frontiera.

“La goccia che ha rifatto traboccare il vaso – spiegano Miotto e Luchetta - è composta di tante parti: da un grande calo di tensione nei controlli sul Made in Italy; da una crisi del mercato suino determinata da importazioni (superato il livello del 300% per quella dei prosciutti) che quotidianamente  ingannano il consumatore e non fanno fare reddito agli allevatori, senza parlare di quanto continua  ad accadere per latte, frumento, pomodoro ed olio di oliva;dall’assenza di trasparenza sui flussi di importazione dei prodotti agroalimentari che dovrebbe essere messa in atto dal Ministero della Salute. Tutto ciò con il duplice devastante danno di avere imprese che non fanno bilancio e consumatori alla mercè dell’inganno a tavola”.

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