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Venerdì, 19 Aprile 2024
Economia

Pubblica amministrazione: 43,6% imprese padovane vanta crediti

L'indagine di Confindustria Padova-Fondazione Ne: il 7,3% attende pagamenti oltre il mezzo milione. L'11,1% poteva beneficiare del decreto 35/2013 per accelerare i rimborsi, ottenuti in sette casi su dieci

In attesa che si chiariscano cifre e norme del Ddl per lo sblocco totale annunciato dal governo, la piaga dei ritardati pagamenti della Pubblica amministrazione stenta a rimarginarsi e inaridisce un’importante fonte di liquidità per la ripresa. Il 43,6% delle imprese padovane dichiara di avere attualmente crediti verso le amministrazioni pubbliche. È la fotografia in bianco e nero scattata dall’indagine sui “Pagamenti della Pubblica amministrazione e delle aziende private” realizzata dall’Ufficio studi di Confindustria Padova, in collaborazione con Fondazione Nord Est, nel mese di gennaio su un campione di 315 imprese.

I NUMERI. Per il 36,3% l’importo del credito è fino a 500mila euro, per il 7,3% supera il mezzo milione di euro. Quanto agli effetti del decreto di aprile 2013 per accelerare i pagamenti, l’11,1% delle imprese dichiara di aver detenuto alla fine del 2012 crediti verso le Pa che potevano beneficiare di quel provvedimento. In sette casi su dieci (72,5%) queste imprese hanno ricevuto un rimborso almeno parziale nel corso del 2013. Se per il 33,8% l’importo del rimborso è stato fino a 50mila euro, per una su quattro (24,9%) ha superato il milione di euro.
Gli impieghi verso cui questi fondi sono stati indirizzati, sono principalmente il saldo dei debiti commerciali (39,4%) e la riduzione dell’indebitamento bancario (37,7%). Seguono la gestione ordinaria (13,2%), l’aumento delle riserve di liquidità (9,1%), il saldo di stipendi arretrati dei dipendenti (7,3%), quest’ultimo con più alta frequenza nelle microimprese (20%). Il 7,1% indica il pagamento di tasse o contributi arretrati, solo il 3% il finanziamento di nuovi investimenti.

TEMPI DI PAGAMENTO. È la conferma che i debiti scaduti della Pa sottraggono risorse vitali per la sussistenza stessa delle imprese e innescano un domino che si propaga alle transazioni tra privati inasprendo la perdurante crisi di liquidità. Nove imprese su dieci dichiarano di avere crediti con altre aziende private. Per il 40,4% il credito supera i 500mila euro. Quanto ai tempi “europei” dei pagamenti, i 30 giorni imposti dalla legge (60 per Asl e casi specifici) restano un “miraggio” per le imprese: il 55,3% non ha rilevato un’accelerazione dei pagamenti da parte delle Pa nel corso del 2013. Per il 12,3% un’accelerazione c’è stata, ma lieve; solo il 4,5% ha riscontrato un’accelerazione rilevante. Una quota consistente (27,9%) non sa dare una risposta.

BANCO DI PROVA DEL GOVERNO. L’attenzione è ora puntata sul disegno di legge annunciato mercoledì dal Consiglio dei ministri per lo "sblocco immediato e totale del pagamento dei debiti della Pa, per 68 miliardi, entro luglio" e sul meccanismo di certificazione elettronica, con incentivi e sanzioni per le Pa, per garantire i crediti futuri in tempi certi. "Il premier Matteo Renzi ha preso un impegno chiaro - dichiara il presidente di Confindustria Padova, Massimo Pavin - ora seguano i passi concreti, senza veti burocratici o meline in Parlamento. Questo provvedimento è un banco di prova importante per la credibilità del Governo. È una questione di giustizia e civiltà del diritto ma anche una scommessa sullo sviluppo. Se Jp Morgan ha calcolato che il pagamento dei 30 miliardi di debiti commerciali della Pa spagnola ha influito sul Pil del Paese per l’1,2%, figuriamoci quanto potrebbe essere la crescita aggiuntiva per l’Italia dove lo stock del debito, al netto dei 22,8 miliardi pagati alle imprese, è stimato tra 50-70 miliardi". 

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