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Economia

Registratori di cassa, nuovo aggiornamento entro fine anno: «Perché dobbiamo pagare sempre noi?»

In valore, si parlano di cifre comprese tra i 150 e i 250 euro che, necessariamente, dovranno essere affrontare prima della scadenza oggi fissata al 31 dicembre 2021, termine entro cui i produttori possono dichiarare la conformità alle specifiche tecniche di un modello di Registratore Telematico già approvato dall’Agenzia delle Entrate

«Ce la vendono come un miglioramento, in verità sono soprattutto costi. E, a pandemia non ancora risolta, non ne sentivamo di certo il bisogno». Patrizio Bertin, presidente di Confcommercio Veneto e di Ascom Confcommercio Padova, non sa nemmeno se ci sia ancora spazio per l’arrabbiatura: «Per l’arrabbiatura forse no - continua - ma di sicuro per la protesta, questa sì. Non è possibile che ogni “tot” di mesi operatori del commercio e del turismo siano costretti a modificare o aggiornare il registratore di cassa perché l’Agenzia delle Entrate si sogna che ha bisogno di nuovi dati».

Registratori di cassa

Senza entrare nei tecnicismi, basta sapere che le modifiche che l’Agenzia ha apportato al tracciato telematico “consentono una più corretta e completa elaborazione dei dati e risolvono alcune criticità riscontrate nella precedente versione”. A tal proposito commenta Bertin: «A me sta bene che la tecnica si affini e migliori, ma non capisco perché gli errori o comunque le difficoltà che si registrano a monte debbano essere pagate da chi sta a valle. Da qui la mia richiesta: aggiornamento sì, ma a carico dello Stato da attuare attraverso un credito d’imposta pari alla fattura pagata all’azienda che effettua le modifiche richieste». In valore, si parlano di cifre comprese tra i 150 e i 250 euro che, necessariamente, dovranno essere affrontare prima della scadenza oggi fissata al 31 dicembre 2021, termine entro cui i produttori possono dichiarare la conformità alle specifiche tecniche di un modello di Registratore Telematico già approvato dall’Agenzia delle Entrate. Conclude Bertin: «Ripeto: io non discuto che di fronte a possibili correzioni di errori (è il caso del totale giornaliero che attualmente comprende anche il corrispettivo non riscosso e non essendo possibile distinguere tale ammontare si realizza una duplicazione dei dati trasmessi, prima come cor­rispettivo e poi come fattura) si cerchino e si trovino le soluzioni. Ma insisto: perché mai devono pagare i commercianti, i gestori di bar e ristoranti e gli albergatori?». Da qui l’iniziativa dell’Ascom Confcommercio di Padova che investirà il livello nazionale per fare pressione sul ministro Franco affinchè le modifiche siano a costo zero per commercianti ed esercenti.

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