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Economia

«Misure straordinarie per energia e carburanti o si rischia il black out»: l'allarme di Confartigianato

I rincari dell’energia si sono abbattuti sulle piccole imprese con un peso insostenibile: nel primo trimestre 2022 un kilowatt/ora di energia elettrica, per la sola materia prima, costa a una micro impresa il 360% in più rispetto all’anno scorso e un metro cubo di gas naturale il 336% in più

I rincari dell’energia si sono abbattuti sulle piccole imprese con un peso insostenibile: nel primo trimestre 2022 un kilowatt/ora di energia elettrica, per la sola materia prima, costa a una micro impresa il 360% in più rispetto all’anno scorso e un metro cubo di gas naturale il 336% in più. Il prezzo del gasolio alla pompa ha subito un aumento tendenziale del 45,1% al 10 marzo, con un’impennata del 20% dal 22 febbraio ad oggi.

Confartigianato

Spiega in merito Roberto Boschetto, presidente di Confartigianato Imprese Padova: «La nostra associazione si sta muovendo. Confartigianato, è intervenuta, nei giorni scorsi, in audizione sul Dl Energia alle Commissioni riunite Ambiente e Attività produttive della Camera, ha ribadito la gravità della situazione in cui versano gli imprenditori a causa dei costi energetici. Bisogna consentire anche alle piccole imprese di accedere al credito d’imposta per energia e gas previsto per le aziende energivore, ma abbiamo anche sollecitato l’impegno a costruire le condizioni per una progressiva autosufficienza, diversificando le fonti di approvvigionamento energetico e ampliando la produzione nazionale, anche puntando sulle energie rinnovabili e sui sistemi di generazione distribuita». Confartigianato contesta l’eliminazione dal Dl Energia del fondo per promuovere la produzione di energia elettrica rinnovabile e l’autoconsumo per le PMI. Tra le priorità, anche il sostegno alla filiera delle costruzioni per favorire la riqualificazione energetica degli immobili residenziali e dei luoghi di produzione.

Trasporti

Sul fronte delle imprese di trasporto merci, costrette addirittura a spegnere i motori per non lavorare in perdita a causa dei rincari vertiginosi del gasolio, Confartigianato ritiene indispensabile introdurre un credito d’imposta sul prezzo industriale del gasolio, misura straordinaria per calmierare il maggior costo del carburante e garantire a migliaia di operatori dell’autotrasporto di recuperare almeno una quota dei maggiori costi. Èatteso per domani l’incontro tra le sigle degli autotrasportatori, tra cui Confartigianato Trasporti e Governo sulle possibili soluzioni all’escalation dei prezzi dei carburanti. Le difficoltà degli autotrasportatori stanno già avendo ripercussioni gravi anche sul comparto casa.

Edilizia

«Le spese per i trasporti - spiega Nicola Zanfardin, presidente degli Edili di Confartigianato Imprese Padova - aumentano: quanto potremo andare avanti in questa situazione? Noi abbiamo stipulato contratti con prezzi bloccati, ma i costi che dobbiamo affrontare lievitano ogni giorno e la differenza è tutta sulle nostre spalle. Non solo, ci sono tempi di attesa di un mese e mezzo per poter avere il materiale dalle fornaci, costrette a ridurre la produzione a causa dell’aumento dei costi energetici. Se proseguiamo così, rischiamo la chiusura totale». Emerge, poi, un’altra difficoltà per le imprese del comparto: per accedere al bonus del 110%, le abitazioni unifamiliare devono aver eseguito il 30% dei lavori entro il 30 giugno, ma la scadenza ora è decisamente troppo ravvicinata. Prosegue in merito Zanfardin: «Abbiamo già perso due mesi per il blocco della cessione del credito, successivamente attenuato. Adesso, a quel ritardo si sommano le difficoltà che stiamo incontrando nel reperimento dei materiali. Il rischio è che senza una proroga di questa scadenza sia difficile raggiungere l’obiettivo. Auspichiamo, dunque, che il termine venga prorogato di almeno due mesi».

Richieste

Con il Dl sostegni ter il Governo ha fatto dei passi in avanti sul caro materiali, ma non ancora sufficienti per scongiurare il rischio di blocco dei cantieri. Occorrono dunque urgenti modifiche all’articolo 29 del decreto per adeguare in modo strutturale e vincolante i prezzi delle materie prime ai nuovi valori di mercato, sia per le opere in corso che per quelle ancora da bandire. In sintesi, occorre un meccanismo compensatorio obbligatorio, aggiornamenti in linea con i prezzi di mercato e un’efficace clausola automatica di revisione prezzi. Secondo gli operatori del settore senza misure risolutive il peso dei rincari continuerà a gravare solo sulle spalle di chi deve realizzare le opere: i ristori riconosciuti finora, infatti, sono pari a meno della metà di quanto è stato pagato dalle aziende che, peraltro, a distanza di un anno non hanno ancora ricevuto i fondi. Tra le misure urgenti da inserire nel Decreto in fase di conversione, la filiera segnala la necessità di prevedere un meccanismo obbligatorio di compensazione. È inoltre assolutamente necessario integrare il paniere di tutte quelle voci finora non considerate e che sono di uso comune per le imprese della filiera. Per non bloccare le opere già in corso, occorre poi garantire che l’aggiornamento dei prezzari avvenga sulla base dei valori di mercato. È infatti inaccettabile mandare in gara opere sottocosto, compromettendo la possibilità di partecipazione alle imprese più serie e qualificate e la garanzia del rispetto dei cronoprogrammi oggi stabiliti. A regime occorre poi l’individuazione di un meccanismo strutturale di revisione prezzi sulla base delle migliori esperienze Ue e Banca mondiale con aggiornamenti dei contratti a rialzo e a ribasso in funzione dell’andamento effettivo dei costi dei materiali. Senza questi correttivi all’art 29 del Dl sostegni ter gli operatori di settore segnalano che nessuna impresa seria sarà in grado di partecipare alle gare, con il rischio di rallentare se non di bloccare opere fondamentali per la crescita e lo sviluppo del Paese.

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