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Economia

Rincaro materie prime, le aziende artigiane padovane chiedono provvedimenti per arginare il fenomeno

Gli aumenti arrivano anche al 53% e mettono in difficoltà diversi comparti: edilizia, legno arredo e officine meccaniche sono i settori più colpiti

Il rincaro dei prezzi delle materie prime mette a rischio la ripresa delle piccole e medie imprese artigiane: secondo l’ultimo aggiornamento del Fondo Monetario Internazionale, a febbraio 2021 i prezzi dei metalli sono saliti del 53,6% rispetto a un anno prima, consolidando l’aumento del 42,3% di gennaio: era da dieci anni che non si registravano tassi di crescita così elevati. Segnali di crescita anche per altre materie prime, con le gomme in salita del 46,9%. L’indice dei materiali di input per l’industria manifatturiera sale del 43,9%, mentre l’indice delle materie prime non energetiche sale del 24,6%, diffondendo in numerosi settori manifatturieri pesanti segnali inflazionistici.

Materie prime

Spiega Federico Boin, presidente provinciale e nazionale delle Officine meccaniche di Confartigianato: «Il fenomeno sta mettendo a rischio la ripresa di un comparto che sta dimostrando grande capacità di reazione alla crisi quale quello della meccanica. Nei giorni scorsi, abbiamo espresso la nostra forte preoccupazione al Ministro dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti, al quale abbiamo chiesto una forte attenzione al fenomeno e l’attivazione di strumenti idonei ad equilibrare domanda e offerta, anche nelle dinamiche dei lavori pubblici». Il rincaro delle materie prime sta diventando un grave problema anche per gli operatori del comparto casa, alle prese con un aumento delle richieste di ristrutturazioni e riqualificazioni edilizie, dovuto ai bonus fiscali: «I molti aumenti, a volte indiscriminati, delle materie prime legate all’edilizia - aggiunge Giovanni Varotto, coordinatore del Sistema Casa di Confartigianato Imprese Padova - rischiano di compromettere il successo di un provvedimento, quello del superbonus, che nelle intenzioni di chi l’ha proposto avrebbe dovuto fungere da volano per il rilancio di un intero comparto. Il problema è che, accanto ad un rincaro conseguente all’aumento delle materie prime, abbiamo visto progressivamente registrare un aumento generale dei prezzi, con rincari che hanno riguardato, ad esempio, il costo del noleggio dei ponteggi e quello per i materiali per la costruzione dei cappotti termici e per l’isolamento dei tetti, con percentuali che arrivano talvolta fino al 30% di aumento. Questo è quanto emerge quotidianamente dal confronto con i nostri associati e con gli altri operatori di settore».

Rincari

Stesse difficoltà sono registrate anche dal comparto legno-arredo, come precisa Andrea Rosin, presidente della categoria Legno di Confartigianato Imprese Padova: «Già dalla fine del 2020 ci sono stati forti ritardi e difficoltà nel reperire sul mercato le materie prime necessarie alla produzione di mobili: legno, metalli, bordi in abs e soprattutto i poliuretani e tutti i componenti chimici per le imbottiture di materassi e divani, con rapidi e importanti rincari per questi materiali. Le imprese si trovano oggi a produrre e consegnare lavori con prezzi di preventivo spesso bloccati, che non corrispondono ai costi reali sostenuti dalle aziende e questo porta a ridurre fortemente le marginalità. È urgente un intervento del Governo che deve dare la possibilità di rivedere i contratti già firmati, sia con privati, sia con la pubblica amministrazione, in modo che si possa assorbire questa straordinaria dinamica dei prezzi».   Il problema rimane lo stesso anche per i tappezzieri, che lamentano la difficoltà, per quanto riguarda i tendaggi e i tessuti, di reperire i filati. Una criticità, questa, che all’annullamento, in alcuni casi, di intere collezioni. Secondo gli artigiani padovani, sono difficili da reperire anche alcuni tessuti da esterni, fatto che ha portato le ditte fornitrici ad aumentare, loro malgrado, i costi sia del trasporto che della materia prima.

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