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Economia

Timidi segnali di ripresa, ma l'autunno preoccupa: l'indagine di Confcommercio

Il timore principale delle imprese è che vi sia un nuovo lockdown nel periodo autunnale, che viene visto dal 17 % come un pericolo per la sopravvivenza dell’impresa

La ripresa, anche occupazionale, c’è. Però forse non così robusta e consolidata come si è portati a ritenere visti gli exploit del turismo in agosto, e comunque le preoccupazioni per l’autunno imminente con un covid non ancora sotto controllo, sono tutte lì a raffreddare gli entusiasmi. Così la seconda parte dell’indagine sul terziario padovano realizzata da Confcommercio Veneto su un campione rappresentativo di 151 aziende dei maggiori settori rappresentati dall'organizzazione presieduta da Patrizio Bertin, evidenzia da un lato la voglia di ritornare ai livelli pre-crisi pandemica, ma dall’altro sottolinea che il pedale sul freno non è stato ancora sollevato dalle aziende che, nel campione, presentano fatturati al di sotto dei 500.000 euro e buona parte di esse ha un numero di dipendenti inferiore o uguale a 5 con una leggera prevalenza femminile.

Covid

Il timore principale delle imprese è che vi sia un nuovo lockdown nel periodo autunnale che viene visto dal 17 % come un pericolo per la sopravvivenza dell’impresa. Vengono poi giudicate insufficienti dalla maggior parte delle imprese le misure messe in atto nel corso del 2021.

Occupazione

La maggior parte delle aziende intervistate ha da 1 a 5 dipendenti, ma un 22% non li ha proprio. Contrariamente a ciò che si è portati a ritenere, soprattutto per quanto attiene al comparto turistico, l'utilizzo del contratto a chiamata è scarso ma il 42% delle aziende ha da 1 a 5 lavoratori in part time mentre il 49% non ha alcun part time. Al 30 giugno 2021 la maggior parte delle aziende non aveva dipendenti con contratto a tempo determinato fatta esclusione per un 24% che annoverava da 1 a 5 dipendenti a tempo determinato; di questi circa la metà è stato rinnovato/prorogato.

Ammortizzatori sociali

La maggior parte delle aziende non è ricorsa agli ammortizzatori sociali; chi lo ha fatto ha utilizzato principalmente la cig in deroga. Quasi la metà dei ricorsi agli ammortizzatori sociali è stata fatta per 12 settimane. La maggior parte delle aziende non prevede di ricorrere agli ammortizzatori nei prossimi mesi.

Ricerca personale

La maggior parte delle aziende non ha effettuato ricerca di personale nel 1° semestre 2021. 

Assunzioni

La maggior parte delle aziende non ha effettuato assunzioni nel primo semestre del 2021 anche se un 32% non trascurabile di esse ha assunto da 1 a 5 dipendenti. 

Cessazioni

La maggior parte delle aziende non ha effettuato cessazioni di rapporti di lavoro nel primo semestre del 2021 ma il 31% ha comunque dovuto rinunciare da 1 a 5 dipendenti. Tra le motivazioni principali, ed è un dato sul quale riflettere, vi sono le «dimissioni» oltre che il «mancato rinnovo».

Formazione

Metà delle aziende non ha investito in formazione per i propri dipendenti nel primo semestre del 2021; lo hanno fatto invece il 33% per la formazione obbligatoria e il 15% per quella professionalizzante. Tra coloro che hanno effettuato la formazione ha riscosso un buon successo la modalità, in qualche misura obbligata, «a distanza».

Previsioni occupazionali

La previsione occupazionale espressa dalle aziende per i prossimi mesi potrebbe essere sintetizzata nella frase "non si assume e non si licenzia". «Il che potrebbe significare - analizza il presidente Patrizio Bertin - che gli imprenditori del terziario sono ancora alla finestra. Però se entriamo più nello specifico, possiamo notare che a fronte di un 71% che non prevede assunzioni, ci sono un 17% che pensa di assumere nell’arco di tre mesi ed un ulteriore 12% che prevede di farlo nei tre mesi successivi. Come dire: se il covid allenta la morsa e la fiducia aumenta, i margini di crescita ci sono e non proprio banali». In ogni caso, rispetto alla rilevazione di fine giugno, abbiamo ormai il dato consolidato di luglio e agosto con un turismo che finalmente ha rialzato la testa e con una Padova che, grazie anche al traino del nuovo sito Unesco, migliora il dato relativo alle città d’arte che risultano fanalino di coda in questa estate tutta mare e monti ma che ha fatto registrare anche bei riscontri nell'area termale. «Purtroppo - continua il presidente - la campagna vaccinale, pur riscontrando buoni risultati, non ha ancora raggiunto l'"optimum" e forse, in assenza di azioni coercitive più marcate, non lo raggiungerà affatto. L'imminente apertura delle scuole, così come è avvenuto in Scozia, potrebbe riservare sgradite sorprese e di questo gli operatori del commercio, del turismo e dei servizi sono ben consci. Insomma: l'autunno sarà un banco di prova decisivo non solo perchè bar e ristoranti dovranno rinunciare ai dehor, ma soprattutto perchè se non sarà fatto un ulteriore sforzo per immunizzare quasi tutti, certe preoccupazioni che la nostra indagine documenta, potrebbero trasformarsi in non auspicate realtà».

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