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Economia

Sabato 3 luglio il via ai saldi: Ascom stila il decalogo per gli acquisti sicuri

«Prevediamo, per la nostra provincia, una spesa media per famiglia pari a circa 180 euro con un investimento pro capite di circa 77 euro»

Via ai saldi in Veneto sabato 3 luglio. E i negozianti padovani sono pronti.

Saldi

Afferma Riccardo Capitaniato, presidente di Federmoda Ascom Confcommercio Padova: «Prevediamo, per la nostra provincia, una spesa media per famiglia pari a circa 180 euro con un investimento pro capite di circa 77 euro». Aggiunge Patrizio Bertin, presidente di Ascom Confcommercio Padova: «Sui saldi contiamo molto perché riparta la corsa allo shopping. La speranza è che sia una sorta di “scossa positiva” che preluda ad un ritorno ad una nuova normalità. Dobbiamo recuperare il tempo perduto e quale migliore occasione per rinnovare il guardaroba per le vacanze, acquistando anche a prezzi convenienti?». Va in questo senso anche la concomitanza con la Notte dei Colori che, in città, oltre che offrire un’occasione di shopping “by night”, sarà anche un momento di ritrovata socialità «seppur - sottolinea Bertin - con tutte le precauzioni del caso e con un controllo da parte del Comune e delle forze dell’ordine che sia a garanzia a chi vuol trascorrere qualche ora in serenità». All'Ascom non si nascondono che sui saldi contino molto anche per un ritorno agli acquisti nei negozi di prossimità, dopo il forzato ricorso agli acquisti sul web. «In attesa - conclude Capitanio - che l’introduzione di un’imposta minima globale sui ricavi dei colossi del web nei Paesi in cui operano riequilibri rapporti di forza in un mercato che non può rimanere senza regole. Occorre dare certezze alle imprese per garantire i valori della nostra società e della nostra economia».

Decalogo

L’Ascom infine ricorda che, per il corretto acquisto degli articoli in saldo, vanno rispettati alcuni principi di base sui saldi ai tempi del Covid:

  1. Cambi: la possibilità di cambiare il capo dopo che lo si è acquistato è generalmente lasciata alla discrezionalità del negoziante, a meno che il prodotto non sia danneggiato o non conforme (d.lgs. 6 settembre 2005, n. 206, Codice del Consumo). In questo caso scatta l’obbligo per il negoziante della riparazione o della sostituzione del capo e, nel caso ciò risulti impossibile, la riduzione o la restituzione del prezzo pagato. Il compratore è però tenuto a denunciare il vizio del capo entro due mesi dalla data della scoperta del difetto.
  2. Prova dei capi: non c’è obbligo. È rimesso alla discrezionalità del negoziante.
  3. Pagamenti: le carte di credito devono essere accettate da parte del negoziante e vanno favoriti i pagamenti cashless
  4. Prodotti in vendita: i capi che vengono proposti in saldo devono avere carattere stagionale o di moda ed essere suscettibili di notevole deprezzamento se non venduti entro un certo periodo di tempo.
  5. Indicazione del prezzo: obbligo del negoziante di indicare il prezzo normale di vendita, lo sconto e il prezzo finale.
  6. Rispetto delle distanze: occorre mantenere la distanza di un metro tra i clienti in attesa di entrata e all’interno del negozio.
  7. Disinfezione delle mani: obbligo di igienizzazione delle mani con soluzioni alcoliche prima di toccare i prodotti.
  8. Mascherine: obbligo di indossare la mascherina in store ed anche in camerino durante la prova dei capi.
  9. Modifiche e/o adattamenti sartoriali: sono a carico del cliente, salvo diversa pattuizione.
  10. Numero massimo di clienti in store: obbligo di esposizione in vetrina di un cartello che riporti il numero massimo di clienti ammessi nei negozi contemporaneamente.

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