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Venerdì, 19 Aprile 2024
Economia

Saldi estivi di fine stagione, "c'è chi li anticipa tramite gli sms ai clienti"

La denuncia di Confesercenti Padova: "Siamo alle solite, alcune grandi catene che vendono abbigliamento infrangono la legge e danno avvio alla concorrenza sleale dei saldi anticipati"

La legge sulle vendite straordinarie è chiara: non si possono fare vendite promozionali nei 30 giorni precedenti l’avvio dei saldi e quindi dal 6 giugno al 4 luglio. Ed ecco allora la scappatoia: non si pubblicizzano gli sconti a tutti ma si inviano sms ai titolari di card fedeltà, o ai clienti comunicando lo sconto loro riservato. Sarebbero migliaia i consumatori che in questi giorni stanno ricevendo sms dai gestori di grandi magazzini che, in modo riservato, li invitano ad acquistare in questo periodo con sconti fino al 50%. Se poi si entra nei negozi in questione, non ci sono le indicazioni delle percentuali di sconto ma dei semplici cartelli colorati che graduano la percentuale di sconto o altri stratagemmi.

LA DENUNCIA DI CONFESERCENTI. "Anche Padova non è immune da queste ‘furbizie’ e le stiamo segnalando agli organi di controllo - spiega Linda Ghiraldo, responsabile del settore moda della Confesercenti padovana - Anticipare la data di avvio dei saldi è concorrenza sleale. A farlo non è qualche piccolo negozio in difficoltà che cerca di recuperare le mancate vendite ma sono soprattutto alcuni grandi magazzini che cercano di raggirare la legge sulle vendite straordinarie anticipando di fatto la data di inizio del saldi stabilita dalla regione Veneto per sabato 5 luglio.

CONCORRENZA SLEALE. "Va precisato - continua Ghiraldo - che con la sentenza del 15.07.2004 il Tar del Lazio ha stabilito che anche se praticata solo in favore di una clientela in possesso di eventuali card o altri titoli fedeltà, l’invio di messaggi che annunciano l’applicazione di sconti è considerata vendita straordinaria di fine stagione ed è quindi non regolare. Il mancato rispetto dell’unica regola che oggi esiste nel commercio al dettaglio - continua la responsabile di Confesercenti - e che vuole tutelare i consumatori e non i commercianti, non solo costituisce violazione alla legge vigente, ma anche concorrenza sleale che se esercitata da imprese che si trovano in posizione dominante sul mercato con lo scopo di vincolare i clienti alle proprie vendite costituisce atto di concorrenza sleale e per tale motivo segnaleremo le azioni di queste aziende al Garante della concorrenza e del mercato".

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