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Economia San Giorgio in Bosco

Continua lo sciopero dei lavoratori di Koinè, Cobas denuncia illeciti e appalti irregolari

Trentacinque dipendenti della ditta bergamasca protestano contro la "separazione di ramo d'azienda" e la chiusura delle sedi periferiche, tra cui quella di San Giorgio in Bosco

Non si placa la protesta dei dipendenti di Koiné spa. Dal 2 gennaio trentacinque lavoratori proseguono l'azione di protesta davanti ai cancelli della ditta di trasporti bergamasca con sede a Madone. Con un comunicato, il Coordinamento nazionale Federazione Autisti Operai (Fao-Cobas) ribadisce la propria contrarietà alla procedura di "separazione di ramo d'azienda" che ha trasferito i lavoratori dalle dipendenze dirette di Koiné spa a quelle di Koiné Transport srl.

COPERTURE E APPALTI.

Un'azione illegittima secondo i dipendenti, sottoscritta da Cgil, Cisl e Uil a novembre, che è "l'ultimo atto con cui Koiné spa, dopo anni e anni di proteste dei lavoratori, ha dissolto il patrimonio aziendale degli autisti con decine e decine di licenziamenti disciplinari, con induzione alle dimissioni, con la chiusura delle sedi periferiche", tra cui quella padovana di San Giorgio in Bosco. Chiusure che sarebbero in realtà una copertura al passaggio degli appalti a ditte terze, che applicano retribuzioni inferiori e contratti forfettari che Koiné spa aveva rifiutato di applicare sin dal 2011.

I RISCHI PER CHI SCIOPERA.

Da ormai otto giorni i lavoratori si presentano quotidianamente fuori dalla sede di Koiné spa anzichè in quella, nuova, di Koiné Transport srl. Il rischio di ripercussioni è concreto, ma il Coordinamento assicura che eventuali licenziamenti saranno impugnati, come già accaduto in passato, e punta il dito contro il ruolo dei sindacati confederati e le modalità con cui è stata presa la decisione del trasferimento, nata da un'assemblea consultiva e approvata "da Cgil-Cisl-Uil contro l'opinione dei lavoratori interessati dalla procedura presenti".

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