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Economia Due Carrare

Centro commerciale di Due Carrare: "No" dal Ministero, esultano Ascom e Confesercenti

Soddisfazione piena per le associazioni di categoria dopo lo stop al progetto. "Sarebbe un errore credere che la partita sia vinta - avvisa Bertin - ma Deda ed il fondo Orion sbaglierebbero a credere che basti modificare il progetto per superare le perplessità"

Il Ministero della Cultura dice "No all'ipermercato di Due Carrare". La notizia arriva da Montecitorio dove venerdì la questione è stata  portata in aula dalla deputata del Pd Giulia Narduolo con una interrogazione urgente. "Penalizza le possibilità di espansione turistica del territorio dei Colli Euganei", ha dichiarato il ministro Dario Franceschini.

SOPRINTENDENZA.

Stop dalla Sopritendenza per due motivi principali, in primis che già nel 2013 era stato presentato un progetto di insediamento commerciale, che era stato bocciato e poi l'impatto "che parrebbe compromettere e creare forti criticità con il contesto" come ha spiegato il sottosegretario Bocci. Infine, "dalle verifiche effettuate sulle mappe di pericolosità idraulica e di rischio alluvione, il sito su cui è prevista la realizzazione del centro commerciale risulterebbe interessato da aree a pericolosità e rischio idraulico", ha sottolineato il sottosegretario

ASCOM.

"Abbiamo avuto ragione a credere nel coinvolgimento del ministro Franceschini, ancora all'inizio di settembre quando venne in città per la Cappella degli Scrovegni, per presentargli la corposa documentazione in ordine al mega centro commerciale di Due Carrare.- spiega il presidente Ascom Patrizio Bertin - Eravamo convinti (e con noi lo erano e lo sono tanti altri) che la nostra battaglia abbia tre filoni su cui dispiegarsi: l'aspetto economico (con le migliaia di posti di lavoro che andrebbero irrimediabilmente persi in un bacino che varia tra i 40 ed i 100 chilometri), l'aspetto ambientale (la cementificazione del territorio è foriera di disastri idrogeologici) e quello culturale (col castello del Catajo ed il paesaggio dei Colli orribilmente sfregiati). Mi pare che le parole del sottosegretario Bocci ne affrontino addirittura due su tre, il che corrisponde ad una buona iniezione di fiducia per tutti quelli che, come noi, stanno battendosi per evitare un disastro annunciato".

RINGRAZIAMENTI.

"Sono grato all'onorevole Giulia Narduolo - prosegue Bertin - che si è fatta carico dell'interrogazione e, ovviamente, ringrazio il ministro Franceschini che già a settembre mi aveva assicurato che la questione era alla sua attenzione. Comincio ad avere serie perplessità - commenta - sulla reale volontà del sindaco Moro. Se veramente, come sta dicendo da mesi, fosse "costretto" dagli eventi a dire sempre e solo "sì", ieri avrebbe dovuto correre a braccia alzate per il suo paese ed esultare per una decisione che prendono altri e che lo sgravano da tutte le responsabilità. Invece che cosa fa? Avanza dubbi, dice di non avere avuto comunicazioni ufficiali, propone che ministero e Regione comprino l'area da Deda e, addirittura, prende di mira i suoi stessi colleghi di partito accusandoli di "cercare visibilità mediatica". Mi sembra un Moro più "Dedacato" che non un sindaco che sente su di sè la responsabilità del futuro non solo del suo comune ma di un intero territorio".

BERTIN NON DEMORDE.

"Sarebbe un errore credere che la partita sia vinta - avvisa - ma Deda ed il fondo Orion sbaglierebbero a credere che basti modificare il progetto per superare le perplessità, da un lato, del ministero dell'Ambiente sul rischio idrogeologico e, dall'altro, della Soprintendenza che, si badi bene, pur non disponendo del nuovo progetto, è convinta che il "mostro" incida sui valori del paesaggio depauperandone la peculiarità culturale e la possibilità di espansione turistica rese proprio dalla bellezza dei Colli e dai territori confinanti". Non credo basti cambiare il parcheggio per superare un giudizio che è me pare già una sentenza."Il Fondo Orion - conclude - sa che a questo punto i tempi si allungano. Per cui credo che gli convenga abbandonare il progetto ed investire da altre parti. Al sindaco Moro, invece, consiglio, come sto facendo da mesi, di non firmare l'accordo di programma. Ha ancora tempo per salire sul treno di quelli che, come l'Ascom, vogliono salvaguardare economia, ambiente e cultura. Diversamente passerà alla storia (magari anche solo a quella con la "s" minuscola) per essere stato il sindaco responsabile di aver cancellato migliaia di posti di lavoro, fatto correre a migliaia di cittadini il rischio di un'alluvione ed aver limitato lo sviluppo turistico del Colli. Per un solo sindaco un peso sulla coscienza da far venire, come a Maria Antonietta, i capelli bianchi in una notte".

CONFESERCENTI.

"Già con la nostra iniziativa dello scorso 7 giugno - spiega Confesercenti - avevamo chiesto una forte e unitaria azione di tutte le forze per aiutare il Comune di Due Carrare a dire di No. Proprio in occasione di quella iniziativa al castello del Catajo, con la partecipazione di numerosi sindaci, parlamentari e rappresentanti delle associazioni, l’onorevole Giulia Narduolo ci comunicò la sua intenzione di muoversi con il ministro dei beni culturali e poco dopo, mantenendo la parola, ha presentato con altri parlamentari la relativa  interrogazione parlamentare chiedendo la compatibilità del nuovi insediamento nel contesto ambientale, storico culturale del territorio".

SODDISFAZIONE.

"Adesso - sottolineano - anche se il comune di Due Carrare dovesse procedere con l’approvazione dell’accordo di programma potrà comunque essere bloccato nell’iter successivo grazie all’intervento della Sovrintendenza. La nostra iniziativa "Aiutiamo il comune di Due Carrare a dire di No” ha trovato nell’onorevole Narduolo una protagonista importante e sarebbe stato ancora meglio se insieme alla parlamentare si fosse costituito quel comitato unitario di Sindaci (proposto da Confesercenti) con il compito di definire un percorso comune per evitare il sorgere di nuove edificazioni nell’area termale e dei colli. "Con una lettera inviata alla parlamentare il Presidente Rossi esprime la propria soddisfazione per conto delle piccole imprese e del territorio, per l’importante e concreto, risultato ottenuto. Al contempo, Confesercenti invita ad una riflessione analoga per quanto riguarda altre strutture commerciali che impattano in modo pesante con il territorio come ad esempio l’ipermercato di Abano (a meno di 500 metri da un sito storico di grande rilievo) o altre strutture come l’Agrilogic di Monselice che deturperà l’intera visibilità sulla Rocca di Monselice e sul suo percorso sacro.

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