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Economia Pernumia

Che annata per l'asparago di Pernumia

Una buona annata per l’asparago di Pernumia, la cui stagione sta volgendo al termine, e per quello che viene coltivato nel territorio che va da Campo San Martino a Cittadella, in questi giorni nella fase clou

Una buona annata per l’asparago di Pernumia, la cui stagione sta volgendo al termine, e per quello che viene coltivato nel territorio che va da Campo San Martino a Cittadella, in questi giorni nella fase clou.

Asparago

«Si tratta di una coltura fortemente legata alla stagionalità – commenta il presidente di Cia Padova, Luca Trivellato – Nonostante il periodo di produzione relativamente breve, continua a dare dei riscontri importanti”. Tant’è che l’anno scorso in provincia di Padova, stando agli ultimi dati diramati da Veneto Agricoltura, la superficie coltivata ad asparago è aumentata del 9%, per un totale di 660 ettari (in Veneto, subito dietro troviamo la provincia di Verona, 390 ettari, e quella di Treviso, 290 ettari). Concentrati, appunto, tra i sette Comuni che fanno parte del Consorzio per la tutela dell’asparago di Pernumia (Pernumia, Monselice, Galzignano, Battaglia, Cartura, San Pietro Viminario e Due Carrare) e del Cittadellese. “In queste zone i terreni sono particolarmente adatti all’asparago – aggiunge Trivellato – La qualità è, come sempre, eccellente”. Le brinate tardive registrate ad inizio aprile hanno in parte bloccato lo sviluppo vegetativo della pianta, con successivi ritardi di maturazione, almeno nell’area dell’Alta. “Ma questo non ha influito sul prodotto finale, che ha mantenuto degli altissimi standard – chiarisce Marco Zambon, presidente dell’associazione Dalla Terra alla tavola – Per quanto riguarda la coltivazione dell’asparago di Pernumia, occorre seguire il disciplinare del relativo Consorzio per la tutela. Ciò assicura ai consumatori una sorta di marchio di garanzia del prodotto».

Imprenditori

Oggi un kg di asparagi si trova sugli scaffali dei supermercati tra i 6 e gli 8 euro al kg; mentre per un kg di asparagi, al singolo imprenditore agricolo viene riconosciuta una cifra che va dai 2,5 ai 4 euro. «Sullo sfondo rimane il grande tema dell’equo reddito a favore degli agricoltori – prosegue Trivellato – Siamo tenuti a portare avanti ogni azione politico-sindacale utile affinché questo importante obiettivo venga raggiunto, in una logica di sostenibilità economica per le varie attività economiche impegnate nel settore del primario”. Desideriamo, infine, “proseguire la nostra campagna per promuovere tutti i prodotti made in Italy, così da dare respiro al tessuto economico locale. In questo senso va letto l’indissolubile legame fra le aziende agricole e il territorio: le une trainano l’altro, e viceversa».

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