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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Economia

Tassi d'interesse bancari in aumento, preoccupato Bertin (Ascom): «Una brutta notizia»

«Nonostante i problemi legati ad inflazione e caro energia - aggiunge Bertin - registriamo comunque un clima di moderata fiducia soprattutto per quanto attiene i servizi di mercato, ed è in questo campo che stiamo registrando una certa vivacità che il nostro sistema del credito è chiamato a sostenere»

Partiamo da un dato di fatto: per le piccole e medie aziende la media dei tassi d’interesse per nuovi finanziamenti è passato dall’1,18% del dicembre 2021 al 3,44% del dicembre 2022. Parola di Abi, l’Associazione Bancaria Italiana.

Tassi d'interesse

Come sottolinea Ascom Confcommercio Padova, «Alzare il costo del denaro è la ricetta, peraltro molto temuta dall’Italia, che la Banca Centrale Europea ha adottato (e continuerà ad adottare) per frenare l’inflazione. Ovviamente, con tassi d’interesse più alti ottenere credito diventa più dispendioso. Si comprano quindi meno cose e la minore richiesta di beni e servizi dovrebbe bloccare la crescita dei prezzi e, nel tempo, portare a una loro discesa. Questo l’obiettivo della Bce e di altri Istituti centrali per combattere l’inflazione, che è come una tassa occulta: con gli stessi soldi che avevamo in tasca un anno fa oggi non riusciamo ad acquistare la stessa quantità di cose. L’aumento dei tassi, insomma, è una medicina amara con cui le banche centrali cercano di contenere l’aumento dei prezzi». Aggiunge in merito il presidente Patrizio Bertin: «Vero, ma fino ad un certo punto se consideriamo che la nostra inflazione molto dipende dai costi energetici che sembrano non avere regole». Ma se l’aumento dei tassi è un problema per il debito pubblico dello Stato, molto di più lo è per chi sta pagando un mutuo variabile per la casa, per chi ha intenzione di chiedere un prestito per acquistare una macchina o, soprattutto, per un’impresa che ha intenzione di rinnovare i locali oppure comprare attrezzature: «Sapere che i tassi d’interesse potrebbero ancora aumentare - continua Bertin - non è certamente una buona notizia».

Prestiti diretti

Decisamente più buona è invece quella che riguarda i prestiti diretti, ovvero quelli concessi “in proprio” da Fidi Impresa & Turismo Veneto, il confidi del sistema Confcommercio regionale. «Per agevolare ulteriormente l’accesso al credito delle piccole e medie imprese - sottolinea il direttore di Fidi Impresa & Turismo Veneto, Mauro Rocchesso - da qualche anno concediamo finanziamenti diretti chirografari a tasso fisso ai nostri associati per un importo fino a 50.000 euro. Il finanziamento diretto garantisce una rapida istruttoria, la mancanza di qualsiasi richiesta di garanzia reale e nessun onere accessorio indiretto». I dati, al riguardo, sono eloquenti: nella sola provincia di Padova, nel 2022, sono stati erogati con questa formula 890mila euro a fronte degli 834mila dell’anno precedente. «In verità - evidenzia Rocchesso - il raffronto indicativo va fatto col 2019, ovvero nell’anno pre-pandemia, quando abbiamo erogato 447mila euro, in pratica una cifra che era all’incirca la metà di quella dello scorso anno». E che la pandemia abbia colpito duro, lo testimonia anche il dato relativo al 2020 quando l’ammontare di questi finanziamenti si è fermato a 387mila euro. E adesso? «Nonostante i problemi legati ad inflazione e caro energia - conclude Bertin - registriamo un clima di moderata fiducia soprattutto per quanto attiene i servizi di mercato ed è in questo campo che stiamo registrando una certa vivacità che il nostro sistema del credito è chiamato a sostenere».

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