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Economia

Buoni pasto, tutela e difesa degli operatori della ristorazione

Il famoso restaurant manager "Carra" scende in campo

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di PadovaOggi

Ancora una volta il famoso Restaurant manager " Donato Carra" scende in campo a tutela e difesa degli operatori della ristorazione, dei bar e delle attività enogastronomiche del commercio, riprendendo le recenti notizie negative sul sistema dei buoni pasto e amplificandole nei contenuti e negli effetti. "Ogni giorno in Italia i dipendenti utilizzano oltre 2.200.000 buoni pasto - commenta Carra -che vengono accettati da supermercati, bar e ristoranti: un valore di 2 miliardi e mezzo di euro all'anno. A questo punto titolari e gestori delle imprese di ristorazione raccolgono i buoni e li inviano alla società che li ha emessi, restando in attesa che gli vengano pagati ma sempre con enormi ritardi e pesanti commissioni. Così, da un buono che ha valore nominale di 5 euro il barista ne ricava solo 3 e mezzo. A questo punto si innesca una catena infinita, poiché è chiaro che baristi e ristoratori, ricevendo i buoni non vedono l'ora di disfarsene e trasformali in denaro contante, per cui è logico che loro stessi li riutilizzino per fare spesa nei supermercati e nei cash and carry. Se i supermercati in coro dicessero basta, tutto il sistema andrebbe in crisi. Una specie di morsa in cui si trovano schiacciati migliaia di operatori italiani della ristorazione e del commercio. Accettare i buoni significa perdite economiche sempre più pressanti, non accettarli significa perdere clientela. Già nel 2010 si era alzata la voce di Confcommercio dicendo che la situazione era inaccettabile e ora ci risiamo: baristi, ristoratori, supermercati non ce la fanno più e minacciano di non accettare più questi buoni. "Se non verranno trovate soluzioni urgenti, il sistema buoni pasto rischia davvero di saltare" è il monito di Donato Carra,Presidente dell'U.P.A.H.R International , la forte associazione di categoria che aderisce a Confcommercio. A soffiare sulla brace una recente gara indetta dall'ENI, 40.000 dipendenti, che nella gara rivolta alle società dei buoni pasto ha posto condizioni schiaccianti, infervorando ancor più gli animi e i timori di chi poi dovrà accettarli. Si tratta di una gara di 8 milioni di euro, secondo alcuni in odore di irregolarità, tanto da ritenerla illegittima e spingere la stessa associazione degli emettitori di buoni, l'ANSEB, a rivolgersi all'autorità della vigilanza sui contratti pubblici (AVCP). Baristi e ristoratori sono alle corde, spesso i prezzi sono già tirati all'osso e il sistema buoni pasto è sempre più soffocante, impossibile andare avanti in questo modo. In tutta questa querelle nessuno però sottolinea il fattore qualità ,è infatti lecito pensare che a fronte di questa situazione gli operatori professionali, schiacciati dai colossi menzionati, si vedano costretti ad abbassare la qualità del piatto e dei prodotti e questo è l'elemento che ci rattrista di più. In un paese dove si investono fior di miliardi di euro per la promozione e tutela delle produzioni qualificate fra DOP, IGP, STG, ecc la gara al ribasso delle grandi aziende di stato stritola gli esercenti, anche quelli più bravi, costringendoli ad ingenti perdite economiche e a dover limare sui costi delle materie prime. Questa situazione è intollerabile e mentre saremo attenti all'evolversi delle cose e a denunciare ogni ingiustizia, ci auguriamo che i ristoratori e i baristi sappiano "tener duro" in attesa che a Roma, chi di dovere, intervenga prima possibile con fermezza per porre rimedio alla solita "coperta corta" all'italiana

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