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Chiusa la vertenza del cantiere Pam all'Interporto di Padova: salvi i posti di lavoro

L'accordo prevede la ricollocazione del primo lavoratore licenziato in un altro cantiere. Per gli altri 7 licenziati la riassunzione come interinali o 100mila euro per chiudere i rapporti

Dopo 6 incontri, sollecitati dalla Filt Cgil sia alla Prefettura che alla Provincia di Padova, è stato raggiunto l'accordo tra le parti in merito alla vertenza del cantiere Pam all'Interporto di Padova, culminata il 2 novembre scorso con la protesta di alcuni dipendenti sul tetto dell'edificio in zona industriale.

I PRECEDENTI. La vicenda comincia con il licenziamento di un lavoratore della cooperativa Ellemme per gravi ragioni, ai quali il sindacato Adl Cobas reagisce con blocchi che determinano diverse centinaia di migliaia di euro di danni a diverse aziende che operano in Interporto e che nulla c'entrano con il cantiere Pam. La conseguenza di questa scelta sono altri 7 licenziamenti e il trasferimento da parte di Pam di oltre il 30% dell'attività in un altro sito, scelta che se fosse proseguita avrebbe portato alla chiusura definitiva del cantiere e alla perdita di decine di posti di lavoro.

L'ACCORDO. La Filt Cgil fin dall'inizio ha provato a tenere insieme due esigenze: difendere i posti di lavoro e aprire una trattativa coinvolgendo la cooperativa, Interporto, i sindacati e le istituzioni. Ha innanzitutto sottoscritto un accordo con Ellemme che riconosceva in pieno i diritti dei lavoratori e poi favorito una mediazione che oggi è stata definitivamente sottoscritta. L'accordo prevede la ricollocazione del primo lavoratore licenziato in un altro cantiere. Per i sopraggiunti 7 licenziamenti invece, la scelta da parte di Adl Cobas di sottoscrivere l'accordo della Cgil, che prevede tra le altre cose corretti rapporti industriali, fa sì che questi lavoratori vengano riassunti come interinali, con una riduzione tra i 25 e i 30 euro mensili e con un contratto di 12 mesi al termine dei quali si deciderà se proseguire il rapporto o interromperlo. Nel caso i lavoratori non volessero accettare la proposta, Interporto ha messo a disposizione poco più di 100mila euro per chiudere definitivamente il rapporto di lavoro.

IL SINDACATO. "Questa vicenda - dichiara Romeo Barutta, segretario generale Filt Cgil Padova - da una parte dimostra il comportamento corretto della Cgil, che è stato premiato anche dai lavoratori, visto che siamo passati da 5 tessere ad avere la maggioranza dei dipendenti iscritti al nostro sindacato; dall'altra insegna che quando si comincia una lotta bisogna sempre tenere presente quale risultato si produce per i lavoratori. In questo caso il risultato non è affatto positivo, visto che i 7 lavoratori passano da un contratto a tempo indeterminato ad essere riassunti come interinali, rimettendoci anche una parte di stipendio. Il rischio era ancora maggiore, ossia la chiusura del cantiere e la perdita di tutti i posti di lavoro. Il sindacato non può rinunciare alla lotta e al conflitto, ma deve sempre utilizzare i mezzi che la legge mette a disposizione per difendere i posti di lavoro e i diritti dei lavoratori, non per farli licenziare o per peggiorare le loro già difficili condizioni".

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