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Venerdì, 19 Aprile 2024
Economia

«La zona arancione non basta, stiamo andando a sbattere»: l'allarme di Ascom

Organizzato per giovedì 8 aprile alle 11 un flash mob davanti al Tribunale di Padova: «Tale scelta deve valere come un monito: o si cambia registro e si riapre, o i fallimenti potrebbero essere una tristissima realtà dei prossimi mesi»

«La zona arancione non basta. Purtroppo il messaggio che il Governo continua a dare alla cittadinanza è “tenete chiuso, non muovetevi”. Ma così facendo stiamo andando a sbattere». Patrizio Bertin, presidente dell’Ascom Confcommercio di Padova, ne è convinto: serve una cambio di passo anche nella comunicazione e, soprattutto, serve cominciare a riaprire per dare almeno l’idea che la quasi normalità è un obiettivo raggiungibile.

Zona arancione

Afferma Bettin: «Ai nostri imprenditori non bastano i sostegni attesi né, tantomeno, quelli erogati. Sono briciole che non servono nemmeno a pagare gli affitti e, nel frattempo, si avvicina la scadenza della moratoria sui prestiti bancari. Ecco: qui chiediamo di allungare i tempi di rimborso a non meno di 15 anni e, al tempo stesso, chiediamo moratorie sia sul fisco che sui costi che le imprese devono sostenere pur essendo rimaste chiuse. Questo significa che anche i comuni devono mettersi il cuore in pace: vanno esentate dal pagamento della Tari tutte quelle imprese che, anche nel 2021, saranno costrette a chiusure dell'attività o a riduzioni di orario e quelle che, pur rimanendo in esercizio, registreranno comunque un calo del fatturato». Ovviamente non è che le preoccupazioni per il virus siano state archiviate. «La salute resta in cima ai nostri pensieri - continua Bertin - però siamo convinti che la lotta al virus si fa con una poderosa accelerata sul fronte dei vaccini e con una riapertura in sicurezza. Vaccini e tamponi devono essere il lasciapassare per la riapertura di tante attività, fermo restando che restiamo perplessi quando constatiamo che i ristoranti non possono lavorare pur garantendo le distanze di sicurezza e osservando i protocolli sanitari. Qui in Veneto i negozi di abbigliamento hanno potuto riaprire ma un'altra stagione è andata e lo stop di questi giorni pre-pasquali rischia di essere decisivo per la tenuta delle attività. Lo stesso dicasi per i mercati che nonostante si svolgano all'aperto hanno subito il diktat della chiusura ad eccezione di alimentari e florovivaismo».

Disperazione

Ciò che preoccupa Bertin (ed il suo cellulare ne è il termometro puntuale) è la montante disperazione degli imprenditori alla quale il Governo deve dare una risposta, nche sul fronte del turismo: «Ripeto: le parole d'ordine sono vaccini e tamponi. Ai quali dobbiamo aggiungere programmazione e promozione dell'offerta turistica italiana, veneta e padovana. Non possiamo avere tentennamenti sull’utilità di adottare il passaporto vaccinale. Dobbiamo adottarlo subito e crederci con convinzione, anche perché sarà varato a breve dall'Europa ma soprattutto perché Spagna e Grecia sono già scattate in avanti e noi, per contro, siamo ancora qui al “tutto chiuso” (o quasi) che non può più essere la regola, ma l’eccezione».

Flash-mob

Nel frattempo l’Ascom non perde la propria verve “movimentista” e per giovedì 8 aprile, alle 11, ha organizzato (in sicurezza) un flash mob davanti al Tribunale di Padova. «La scelta del luogo simbolo della giustizia - conclude Bertin - deve valere come un monito: o si cambia registro e si riapre, o saremo costretti a portare i libri in tribunale. Insomma: o si riapre e si evita il peggio o i fallimenti potrebbero essere una tristissima realtà dei prossimi mesi».

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