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Eventi Mortise / Via Riccardo Bajardi

Adunata alpini 2012 a Bolzano: 2mila penne nere in arrivo da Padova

All'85° raduno nazionale che si terrà domani, sabato 12, e domenica 13 maggio, tra le circa 400 mila presenze previste è attesa anche una folta delegazione dei 37 gruppi dell'Ana euganea con arrivi scaglionati

Partenze scaglionate per le 2mila penne nere dei 37 gruppi Ana che compongono la sezione di Padova diretti in queste ore all'85° adunata nazionale degli alpini in programma domani, sabato 12, e domenica 13 maggio a Bolzano. L'occasione sarà anche quella di festeggiare il 140° anniversario dall'istituzione del corpo.

VETERANI ALL'APPELLO. Alcuni tra i padovani sono già arrivati a destinazione, altri partiranno questa sera, altri ancora domani, mentre domenica mattina all'alba, dalla sede centrale di Mortise in via Bajardi, “mollerà gli ormeggi” un pullman carico di altri alpini. In tutto 400mila le presenze previste nella città trentina. Da Padova non mancheranno anche due arzilli novantenni, veterani della sezione, mentre per questioni di salute dovrà restare a casa il decano, un cittadellese che con i suoi 102 è il più anziano dei padovani.

Di seguito, il "DECALOGO DELL'ADUNATA":

1. Il Labaro, decorato da 213 medaglie delle quali 207 al Valor Militare, 4 al Valor Civile, 1 al Merito Civile e 1 medaglia d'oro della C.R.I., deve essere salutato da tutti, come devono essere salutati i gonfaloni dei comuni ed i vessilli quando sono decorati di Medaglia d'Oro al V.M.

2. Nel corso della sfilata il saluto al Labaro, che si trova in prossimità della tribuna d'onore e alle autorità presenti sulla tribuna stessa deve essere reso solo dal presidente di sezione, mentre per tutti gli altri il saluto si rende con "l'attenti a…".

3. Durante la sfilata, va tenuto il passo scandito dalle fanfare, altrimenti si assiste a un trasferimento tipo gregge che non onora la Sezione.

4. Si conduca una campagna senza quartiere contro i trabiccoli: non significano nulla, danno solo fastidio al prossimo, quando non vanno contro le norme del codice della strada dal quale nessuno è esentato.

5. Si convincano i propri associati che i comportamenti violenti non devono in alcun modo entrare nella nostra Associazione. Portare il cappello alpino non autorizza alcuno a sentirsi superiore agli altri, anzi! Chi si dovesse macchiare di questa colpa dovrà essere subito espulso dalla Sezione.

6. Uno degli spettacoli più rivoltanti è offerto da quanti alzano il gomito. L'ubriachezza è uno dei vizi peggiori dell'uomo: degrada e svilisce l'individuo compromettendone la dignità personale. Occorre condurre un'assidua campagna per convincere i riottosi che il bere in eccesso non ha mai reso l'alpino più alpino.

7. Rispetto e cura per i cappelli alpini: sia fatto togliere ogni ammennicolo che li rende ridicoli cenci. Non si esiti a sequestrarli, almeno nei giorni dell'adunata.

8. Rispetto per il sonno altrui: non si capisce perché le notti, soprattutto di sabato, molti si sentano autorizzati a infastidire il prossimo con urla, canti sguaiati, trombette e rombi di motore fino alle prime luci dell'alba. Sono manifestazioni di pura stupidità, non di alpinità.

9. Rispetto per il gentil sesso: il comportarsi male con loro, unito a sguaiataggini varie, trasforma l'adunata in un baccanale.

10. Rispetto per l'autorità costituita e per il nostro Servizio d'ordine: opporre resistenza ai pubblici ufficiali o, peggio, mancar loro di rispetto è azione da non alpini.
 

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