Concerto degli Amici della musica nell’ambito della Giornata della Memoria al Pollini
Amici della musica nell’ambito della Giornata della Memoria
Schola San Rocco, coro
Aldo Orvieto, pianoforte
Marina D’Ambroso, pianoforte
Scuole di percussioni e di arpa del conservatorio Pollini di Padova
Francesco Erle, direttore
Musiche di J.S. Bach, F. Busoni, W. Dalla Vecchia, M. Castelnuovo-Tedesco, L. Dallapiccola
in collaborazione con Conservatorio C. Pollini di Padova (logo)
Biglietti: studenti 8 euro, ridotti 20 euro, interi 25 euro
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Concerto dedicato a “La Giornata della Memoria” e realizzato in collaborazione con il Conservatorio Cesare Pollini di Padova. È proprio questo importante impegno congiunto, che consente la presentazione di un grande capolavoro della letteratura corale del ‘900, i Canti di prigionia di Luigi Dallapiccola. Una partitura difficile che prevede, oltre al coro misto, un organico strumentale assai ampio con 2 pianoforti, 2 arpe, 4 timpani e un gran numero di percussioni. Saranno appunto docenti ed allievi del nostro Conservatorio a realizzare questa esecuzione assieme alla Schola San Rocco di Vicenza con la direzione di Francesco Erle. Composti fra il 1938 e il 1941 i Canti di prigionia nacquero dall’indignazione morale e dalla protesta di Luigi Dallapiccola contro la campagna razziale antisemita decisa da Mussolini il 1°settembre 1938.
Attorno a questa composizione è stato costruito un programma che ha sempre Dallapiccola come riferimento. Di qui la scelta di inserire il Ricercare sul nome di Luigi Dallapiccola dell’amico Mario Castelnuovo Tedesco, che fu costretto nel 1939, perchè ebreo, a fuggire in America. E ugualmente a Dallapiccola è legata la scelta di Busoni, una figura centrale che accompagnò sempre il lavoro di Dallapiccola ("da più di quarant’anni” scrisse nel 1955).
Il brano di Busoni (1916) rimanda infine a Bach.
I due brani sacri (del 1987 e 1981) di Wolfango Dalla Vecchia sono un omaggio all’indimenticato maestro, che fu docente di composizione e direttore del Conservatorio Pollini, un omaggio di cui è testimone in prima persona Francesco Erle, che ne fu allievo.