“I balsami di Afrodite”, presentazione all’Orto Botanico
“Vi raccolse il dittamo profumato, noto per le sue straordinarie proprietà medicamentose, e ne versò il succo – insieme ad ambrosia e panacea profumata nelle acque del fiume. Ignaro Iapige deterse con l’acqua la ferita che miracolosamente si cicatrizzò. Enea così potè tornare in battaglia al fianco dei compagni”.
Protagonista dell’episodio, cantato da Virgilio nella sua Eneide è lei: Venere, l’Afrodite dei Romani che oltre a simbolo di bellezza, nella storia viene associata alla cura attraverso l’utilizzo di balsami, piante medicamentose e spezie aromatiche. A lei è dedicato il libro “I balsami di Afrodite. Medici, malattie e farmaci nel mondo antico” scritto da Giuseppe Squillace ed edito da Aboca Edizioni (pag.224- prezzo 24 euro). Basato sulle principali fonti letterarie greche e latine, si rivolge ad un pubblico curioso e affascinato dal mondo antico e offre un ventaglio di notizie e aneddoti su medici, patologie e farmaci. Una farmacopea ricchissima, usata da re e regine ma anche da gente comune, nella quale un posto di rilievo occupano ingredienti tratti da animali come la iene, il coccodrillo e il camaleonte, o da piante come il silfio, il dittamo, l’ellebero e la madragora, il cui potere curativo contro le più svariate malattie divenne a tratti proverbiale.Il libro offre uno sguardo più ampio della cura nel mondo antico, descrivendo come fino all’avvento di Ippocrate la medicina fosse strettamente connessa alla religione e alla magia. Fino a quel momento, infatti, salute e malattia erano considerate emanazione diretta delle divinità poi secondo Celsio, fu Ippocrate stesso a staccare la filosofia della medicina che venne divisa, così, in differenti branche: diaiteike (cura attraverso il cibo), pharmaka (cura attraverso le erbe ) e chirurgia.Il saggio passa in rassegna anche i botanici antichi e i medici di corti per poi passare ad approfondire i medicamenti. Una menzione importante è fatta anche per quegli ingredienti della cucina come olio, miele, aceto e vino che, oltre a ottimi medicamenti, venivano impiegati per l’estrazione dei principi attivi delle piante. Ne emerge così un universo variegato nel quale, senza troppe distinzioni, al farmaco si contrappone la pozione e l’antidoto e al medico si affiancano il mago o il sacerdote. Come testimoniano anche gli antichi Egizi che accanto a interventi chirurgici non escludevano il ricorso alla magia e l’invocazione agli deii.
Un percorso artistico e salutare, quello descritto da Squillace che ha l’ambizione di porsi come un’istantanea di una quotidianità meno nota del mondo degli antichi Greci e Romani.
La presentazione del libro “I Balsami di Afrodite. Medici, malattie e farmaci nel mondo antico” scritto da Giuseppe Squillace ed edito da Aboca Edizioni si terrà giovedì 17 marzo alle ore 18 all’aula Emiciclo dell’Orto Botanico in via Orto Botanico. Sarà presente l’autore Giusseppe Squillace che insieme a Paola Goretti, storica dell’arte, dialogheranno sulle curiosità del libro.